I siti archeologici

REGESTO DEI SITI ARCHEOLOGICI CONOSCIUTI NEL CANALE DI BRENTA

Questo regesto elenca i siti del Canale di Brenta che hanno restituito materiali, installazioni e manufatti databili dal periodo del bronzo recente e finale (sec. XIII – XII a.C.) al 1500 d.C.

E’ stato passato in rassegna tutto ciò che è noto dalla letteratura specifica. Molte notizie sono state tratte da sopraluoghi che hanno permesso una verifica dei dati raccolti e da informazioni locali.

Scavi e indagini sistematiche sono stati compiuti solo in alcuni dei luoghi più noti e importanti. Si deve sottolineare come alcuni di questi luoghi siano notevoli non soltanto per la storia strettamente locale; citiamo a titolo di esempio la necropoli di San Giorgio di Angarano, il Monastero di Santa Croce di Campese, il dispositivo militare formato dal Covolo di Butistone dalla Bastia di Enego e dal Castello della Scala.

I numeri di catalogazione sono collegati ai confini amministrativi dei Comuni interessati e al territorio della Comunità Montana.

La Bastia di Enego è stata inclusa solo nei numeri di catalogazione appartenendo ad altro ambito amministrativo.

 

CISMON DEL GRAPPA

1.1 COVOLO DI BUTISTONE.

1.2 FORTE TOMBION

1.3 MADONNA DEL PEDANCINO.

1.4a ROCCHETTA BASSA.

1.4b ROCCHETTA ALTA.

1.5 CHIESA, PRIORATO E OSPEDALE DI SAN MARCO DEL CISMON.

  1. CASTELLO DELLA SCALA.
  2. COL DEI PRAI, TOMBE RUPESTRI DEI "COLI" O "SBANDIDONI".

SAN NAZARIO

2.1 PIAN DEI ZOCCHI.

2.2 CARPANÈ, VIA STAZIO.

2.3 LONDA DI CARPANÈ.

2.4 SAN NAZARIO, CIMITERO

2.5 SAN NAZARIO, LA ROCCHETTA.

  1. PIAN CASTELLO
  1. SOLAGNA
    1. SAN GIORGIO DI SOLAGNA
    2. SEPOLCRETO IN CONTRÀ MARETINI (VILLA) DI SOLAGNA.

3.3a BASTIA DI POVE-SOLAGNA

3.3b TORRE DI SOLAGNA.

POVE DEL GRAPPA

4.1 BOSCHI DI POVE

4.2 SEGA DI POVE SOLAGNA

  1. CHIESA DI SAN BORTOLO.

COMUNE DI BASSANO DEL GRAPPA

5.1 ANGARANO

5.1.1 S. EUSEBIO

5.1.2 S. EUSEBIO – LA CORTE: Villa rustica.

5.1.3 S. GIORGIO DI ANGARANO.

Insediamento abitativo.

Necropoli

Collina a Sud di S. Giorgio alla Acque

Territorio di Angarano.

5.1.4 SS. TRINITÀ..

5.1.5 SS. TRINITÀ, CIMITERO

  1. CASTELLARO DI ANGARANO.
  2. CHIESA E NECROPOLI DI SAN GIORGIO ALLA ACQUE
  3. CHIESA DI SAN EUSEBIO
  4. EREMO E AREA SOMMITALE DI SAN BOVO.
  5. CHIESA DI SAN BIAGIO

5.2 CAMPESE

5.2.1 MONASTERO DI SANTA CROCE. 1989. Due tombe, probabilmente medioevali.

5.2.2 MONASTERO DI SANTA CROCE. Area immediatamente ad Est dell’abside della chiesa.

5.2.3 MONASTERO DI SANTA CROCE. Area circostante il Monastero

5.2.4 CAMPI AD OVEST DELL’ATTUALE CIMITERO. Matrice in pietra per fusione di fibule.

5.2.5 VALVECCHIA. Tavoletta di calcare con graffiti. Sec.VII (?) a.C.

5.2.6 GUADO SULLA BRENTA, CASA CAVALLI "RUSTEGHI

5.2.7 CONTRADA STUE, CASE PIOTTO

5.2.8 CONTRADA STUE.

5.2.9 CASA DETTA " DEI CAMOI " O CASTELVECCHIO, A CAMPESE

 

 

 

 

  1. 5.2.10 SAN MARTINO e MEZZACOSTA. RITROVAMENTI A MEZZACOSTA
  2. CIPPO DI CONFINE CON ANGARANO.

5.2.12 CIPPI DI CONFINE SULLA CAINA E VALLERANA

REPERTI SPORADICI

6 CAMPOLONGO

  1. CASTELMAGO E PIRCHE

VALSTAGNA

7.1 ALBERGO "AL MONDO",

7.2 LONDA

  1. CREP DE LA LORA
  2. LE PIRCHE
  3. CONTRA’ TORRE
  4. COVALETTO "VENEZIANO"
  5. COGOL DEL SECIA
  6. BASTION DI RONCOBELLO
  7. GROTTE DI OLIERO, COGOL DEI ASSASSINI
  8. OLIERO, "TOMBA DEI BORA"

ENEGO

BASTIA DI ENEGO

ROMANO D’EZZELINO

9.1 SENTIERO DELLA "COSTA DELLA CROCE".

9.2 CASTELLO DI ROMANO

REGESTO DEI SITI ARCHEOLOGICI CONOSCIUTI NEL CANALE DI BRENTA

A - EMERGENZE ARCHEOLOGICHE

B - INSTALLAZIONI DIFENSIVE DI MEZZACOSTA E DI FONDO VALLE

C - I SEPOLCRETI

 

 

Numeri di catalogazione per comune di appartenenza:

1 – Cismon del Grappa.

2 – San Nazario.

3 – Solagna.

4 – Pove del Grappa.

5 – Bassano del Grappa.

6 – Campolongo sul Brenta.

7 – Valstagna.

8 – Enego (comunità Montana dei Sette Comuni).

9 – Romano d’Ezzelino.

 

 

 

 

A

EMERGENZE ARCHEOLOGICHE.

CISMON DEL GRAPPA

 

1.1 COVOLO DI BUTISTONE. 1953-56 e 1919. Materiale non rintracciato. Monete in bronzo definite del III sec. d.C.. Scandellari A.Canale del Brenta, Itinerari Alpini, CAI, bologna 1981.

(Per il Covolo di Butistone vedi scheda a parte)

1.2 FORTE TOMBION. 1886. Museo Civico di Bassano; le monete sono disperse. Tombe a cremazione, monete del "basso Impero" e un bronzetto di Mercurio del I-II sec. d.C..

Gerola 1906, p. 47; De Bon 1938a, p. 72.

1.3 MADONNA DEL PEDANCINO. Prima del 1905. Museo Civico di Bassano; uno dei bronzetti è andato perduto nel bombardamento aereo del 24 aprile 1945. Due bronzetti di Ercole del IV - I sec. a.C..

Gerola 1907, pp. 1-2; De Bon 1938a, p. 13.

1.4a ROCCHETTA BASSA. 1885 da aratura. Disperso.

Tomba alla cappuccina senza corredo attribuita ad età romana.

Gerola 1906, p.47.

1.4b ROCCHETTA ALTA. 1955.Non rintracciato.

Costruzione di m 12 X 8, lacerti di muri, embrici e frammenti fittili di probabile epoca romana.

ASA 1956.

Sulla Rocchetta esisteva un castello censito tra i beni di Ezzelino III Da Romano.

"unam rocam super villam Cismonis factam ad modum castri et habet superius unam turrim"

Biblioteca Bertoliana Vicenza, Archivio del Comune, Regestum possessionum Comunis Vincencie, 1262, 164 ss..

1.5 CHIESA, PRIORATO E OSPEDALE DI SAN MARCO DEL CISMON.

materiali e notizie

Pietra posta sull’arco di ingresso della Casa dei Porteghetti con l’iscrizione:

"1689

CASA AVERTA AI POVERI".

Estremi documentari:

-10 giugno 1199. Testamento di Speronella moglie di Ezzelino il Monaco.

"Hospitali de Cismone X libras"

Verci G.B.Codice Eceliniano, doc. 67, 10 giugno 1199.

-1488, 10 ottobre. Visita del vescovo Barozzi. Descrizione della chiesa di S. Marco, della nuova parrocchiale di Santa Maria, dell’oratorio del Pedancino.

Archivio Capitolare di Padova, Visitationes, III, alla data.

  1. CASTELLO DELLA SCALA.
  2. COL DEI PRAI, TOMBE RUPESTRI DEI "COLI"

SAN NAZARIO

2.1 PIAN DEI ZOCCHI. Ritrovamento casuale testimoniato nel 1874. Materiale ora disperso. Tra la statale e il piede del monte fu rinvenuta una moneta argentea di Valentiniano III (425 – 455 d.C.)

Gerola 1907, p. 11;Visonà 1987, p.200.

2.2 CARPANÈ, VIA STAZIO. Ritrovamento casuale, fine del sec. XIX. Materiale ora disperso. Fu rinvenuto un aureo di Valentiniano III (425 – 455 d.C.)

Gerola 1907, p. 11;Visonà 1987, p.200.

2.3 LONDA DI CARPANÈ. Ritrovamento casuale. Senza data. Materiale ora disperso. Una quindicina di mattoni romani durante lavori di sterro probabilmente per l’edificazione dell’attuale sacello.

Brotto 1927, p. 103.

2.4 SAN NAZARIO, CIMITERO. Ritrovamenti casuali. Seconda metà sec. XIX. Materiale sporadico ora disperso. A Nord del cimitero moneta di Gordiano III (238 – 244); nei dintorni armille in bronzo non datate.

Gerola 1907, p. 11.

2.5 SAN NAZARIO, LA ROCCHETTA. Ritrovamenti casuali, materiale disperso e ancora sul luogo. Ruderi di una costruzione non ancora datata. Sulla superficie del terreno si trovano abbondanti frammenti di laterizi (embrici). Sarebbero state trovate tessere di mosaico e monete di età romana imperiale.

Gerola 1907, p. 11; De Bon 1938a, p. 71; De Bon 1941,p. 146.

  1. PIAN CASTELLO

 

 

  1. SOLAGNA

 

 

 

 

  1. SAN GIORGIO DI SOLAGNA
  2. SEPOLCRETO IN CONTRÀ MARETINI (VILLA) DI SOLAGNA.

3.3a BASTIA DI POVE-SOLAGNA

3.3b TORRE DI SOLAGNA.

POVE DEL GRAPPA

4.1 BOSCHI DI POVE; poco lontano dalla Brenta.Rinvenimenti casuali, seconda metà del sec. XIX. Materiale conservato in parte al Museo Civico di Bassano del Grappa. Tracce di insediamenti della prima età imperiale consistenti in numerose tessere musive di mosaici pavimentali e di frammenti di embrici; fu data notizia anche di frammenti di ceramica e di monete non descritte.

Gerola 1907, p.3; De Bon 1938a, p.69.

4.2 SEGA DI POVE. Guado sulla Brenta di fronte a Campese. Rinvenimento casuale, sec. XX anni ’80, rilievo 1995. Proprietà privata. Punta di lancia in ferro a sezione circolare cava, di fattura longobarda, sec. VIII circa.

Si tratta di strumenti litici da riferirsi al periodo tra l’eneolitico e l’età del bronzo.

Bianchin Citton 1981, p. 189.

  1. Reperti sporadici rinvenuti ai piedi della Costa della Croce. Recuperati in data indeterminata. Materiale al Museo Civico di Bassano.
  2. CHIESA DI SAN BORTOLO.

COMUNE DI BASSANO DEL GRAPPA

5.1 ANGARANO

5.1.1 S. EUSEBIO. Rinvenimento casuale nel 1968. Museo Civico di Bassano e proprietà privata.

Muro di contenimento sulla curva della provinciale campesana a Sud della "fontanella". Tubatura in cotto che si addentra nel colle. Lunghezza mt. 3,5. Di età romana.

ASA 1968.

5.1.2 S. EUSEBIO – LA CORTE.

Villa rustica, scavo estensivo parziale nel 1970 e 1972. Museo Civico di Bassano del Grappa. " Settore residenziale di una villa rustica, con vani, per lo più rettangolari, articolati a ovest di un grande ambiente absidato. Solo tre di questi vani conservano parte della pavimentazione, in opus signatum con decorazione geometrica in bianco e nero e crustae calcaree."(Carta Archeologica del Veneto, p. 146, n.95.). Brentari 1884, p.43ss.; De Bon 1933,p.65ss.; Rigoni 1985, p.12; Furlanetto, Rigoni 1987, p. 148.

5.1.3 S. GIORGIO DI ANGARANO.

Insediamento abitativo. Recupero casuale in seguito a lavori agricoli. Prato sulle pendici del Castellaro a monte della strada a Nord di villa Roberti.Museo Civico di Bassano del Grappa. Reperti dell’età del bronzo recente e finale (sec. XIII – XII a.C.). Grandi ciste cordonate (contenitori di derrate Alimentari). Bianchin Citton 1981, p. 189ss.

Necropoli. Scavo del 1926 – 27. Museo Civico di Bassano del Grappa; Museo Nazionale Atestino.

Prima notizia dei rinvenimenti nel 1894. Scavi regolari della Soprintendenza negli anni 1926 – 27.

Due tipi di deposizione: vaso ossuario con scodella di copertura deposto in una buca profonda 30 – 50 cm; secondo tipo: ossa combuste depositate direttamente nella fossa forse in un contenitore di materiale deperibile. Un’area è destinata a ustrino.

Sepolture in quattro ampi circoli di cui poche preminenti sulle altre.

I corredi sono composti da armille, anelli, fermatrecce, torques, "saltaleoni", rasoi, fusarole.

Le prime due fasi della necropoli appartengono al bronzo finale (sec. XI – X a. C.), l’ultima alla prima età del ferro (sec. IX – inizi VIII a.C.).

Dalla stessa area provviene materiale paleoveneto ascrivibile al V se.a.C.). Presso alcune tombe sono stati rinvenuti frammenti di laterizi romani e un piccolo bronzo riferibile al basso impero.

Orsi 1894a, p. 159ss.;Ghislanzoni 1958, p. 653 ss.; Bianchi Citton 1982; Von Eles Masi, 1986, nrr. 277, 280, 283.

Collina a Sud di S. Giorgio alla Acque. Insediamento abitativo e produttivo (fornaci) di età romana. Rinvenimenti casuali. Museo Civico di Bassano del Grappa. Impianto produttivo per la produzione di laterizi e terrecotte decorative architettoniche. Numerosi laterizi con i marchi di fabbrica Paeta Pastor. Tutti gli elementi ritrovati non presentano tracce d’uso. L’impianto fu attivo tra il I sec. a. C. e il I sec. d. C.. Nell’area sono state rinvenute monete di età imperiale (I – III sec. d. C.).

L’Orsi rinvenne due strutture murarie in opus incertum formanti un vano quadrato.

Orsi 1894a, p.165s.; De Bon 1933,p. 63 ss.; Faldani 1965 –66; Saccocci1984, p. 148; Rigoni 1985,p. 4ss.; Strazzulla Rusconi 1987, p. 301ss..

Territorio di Angarano. Materiale sporadico. Data di rinvenimento non conosciuta. Museo Civico di Bassano del Grappa.

Statuetta di bronzo di Mercurio, chiave, borchie, pendaglietti, frammenti bronzei e di ceramica. Età imperiale (I – II sec. d. C.)

Furlanetto, Rigoni 1987, p.148.

  1. SS. TRINITÀ. Materiale disperso. Data di rinvenimento sec. XVII (1660 circa). Lapide funeraria con busto-ritratto maschile rinvenuta durante l’edificazione dell’attuale chiesa della SS. Trinità.

Chiuppani F. Iscrizioni bassanesi sacre e profane, carte 138v.

  1. SS. TRINITÀ, CIMITERO. Materiale disperso. A Sud del cimitero in proprietà Balestra, frammenti di laterizi di età romana.

Gerola 1906, p. 40, nota 1.

  1. CASTELLARO DI ANGARANO.
  2. CHIESA E NECROPOLI DI SAN GIORGIO ALLA ACQUE
  3. CHIESA DI SAN EUSEBIO
  4. EREMO E AREA SOMMITALE DI SAN BOVO.
  5. CHIESA DI SAN BIAGIO

5.2 CAMPESE

5.2.1 MONASTERO DI SANTA CROCE. 1989. Due tombe, probabilmente medioevali, nella galleria Est del chiostro sulla soglia della porta del coro. Nessun corredo.

5.2.2 MONASTERO DI SANTA CROCE. Fine sec. XIX. Materiale disperso. Tomba di un "gigante". Area immediatamente ad Est dell’abside della chiesa.

5.2.3 MONASTERO DI SANTA CROCE. 1924 e anni ’60. Materiale disperso. Area circostante il Monastero; notizie di un embrice di età romana e di monete imperiali non meglio precisate.

5.2.4 CAMPI AD OVEST DELL’ATTUALE CIMITERO. Data del rinvenimento sconosciuta, rilievo dell’oggetto: 1961.Non rintracciabile, probabilmente disperso. Matrice in pietra per fusione di fibule.

5.2.5 VALVECCHIA, a monte del maso di Cocia. Materiale sporadico. Rinvenimento: 1961. Disperso. Tavoletta di calcare con graffiti. Sec.VII (?) a.C.

5.2.6 GUADO SULLA BRENTA, CASA CAVALLI "RUSTEGHI", Materiale sporadico. Seconda metà sec. XX; rilievo 1995. Proprietà privata. Frammento di bracciale o diadema con due scarabei egiziani in lapislazzuli di probabile età romana imperiale. Dallo stesso luogo impugnatura di spada di età imprecisata.

5.2.7 CONTRADA STUE, CASE PIOTTO. Rinvenimenti casuali, 2000. Proprietà privata. Spada da cavalleria "storta". Inizio sec. XVI.

5.2.8 CONTRADA STUE. Rinvenimenti casuali, fine sec. XX. Proprietà privata. Manico di bordone con "medaglia" raffigurante S. Cristoforo; ora montato su un coltello. Sec. XVI.

5.2.9 CASA DETTA " DEI CAMOI " O CASTELVECCHIO, A CAMPESE

Materiali sporadici. Un piccolo pane di piombo, un piccolo basamento in bronzo (probabilmente di lucerna) di età non identificata, un coltello, nell’area circostante a Sud è stato ritrovato il rivestimento in ottone di un calcio di pistola probabilmente rinascimentale (primi anni del 1500, guerre di Cambrai). Proprietà privata.

5.2.10 SAN MARTINO e MEZZACOSTA. RITROVAMENTI A MEZZACOSTA

Su un piccolo pianoro di mezzacosta sulla destra orografica della Valle di San Martin è stato ritrovato un complesso di ruderi comprendente muri di fondazione in pietra a secco di pianta rettangolare misuranti circa metri 7 per 5.30 con a monte dei muri a secco e all’intorno una grande quantità di pietre. Si potrebbe trattare di un insediamento di mezzacosta molto antico e che comunque ripropone la tipologia già riscontrata in valle che consiste nel sepolcreto o necropoli sul fondo valle a piè del monte e, sulla costa soprastante in corrispondenza di un pianoro, una installazione cultuale o difensiva. E’ da notare che nel caso di San Martino lungo il sentiero di collegamento si trova la "pietra con le impronte di San Martino e del suo cavallo". Ci troveremmo quindi di fronte a un probabile castelliere, comunque ad un insediamento di mezza costa collegato con la sottostante necropoli.

 

 

 

 

* Si tratta di una testimonianza storica molto importante e che va adeguatamente difesa con interventi di protezione (anche fisica), con adeguata segnalazione e con un percorso lungo la terminazione. Si tratta del confine stabilito dopo lunghe liti, spesso sanguinose, tra Angarano e i comuni del Canale di Brenta.

 

 

  1. CIPPO DI CONFINE CON ANGARANO. Cippo di confine con iscrizione non ancora decifrata. Recuperato nel 1924, attualmente nella raccolta lapidaria del Museo di Bassano del Grappa.
  2. CIPPI DI CONFINE SULLA CAINA E VALLERANA. Si tratta di una antica confinazione databile a diverse fasi tra cui due molto importanti : la prima intorno al 1127 circa, la seconda al 1584.
  3. REPERTI SPORADICI. Si tratta in genere di frammenti architettonici, riferibili spesso a materiali di spoglio provenienti dal Monastero e di materiali ceramici per lo più rinascimentali.

Chemin A., Campese storia del territorio, Verona (Campese) 1995. Chemin A. ,San Martino di Campese, gli ultimi ritrovamenti: settembre 1996,in :Il Merlino, n.° 1, Campese 20 dicembre 1996,pp.6-7. Chemin A.Storie del fiume, in AA.VV. Giornata del F.A.I., Bassano 1996. Chemin A., Itinerari religiosi e militari attraverso la Brenta, in AA.VV. Giornata del F.A.I., Bassano 1998. Chemin A., Il Palazzo sul monte Caina, in :Il Merlino, n. 2, Campese 15 dicembre 1997, pp.4-5. Chemin A. Campese prima del 1124, in Il Merlino, Campese 1998.

 

 

  1. CAMPOLONGO SUL BRENTA

6.1 CASTELMAGO E PIRCHE

VALSTAGNA

7.1 ALBERGO "AL MONDO", Materiale sporadico, ritrovamento casuale, 1867. Materiale disperso.

Vecchia fornace tra l’albergo "Al Mondo" e la Val Frenzela; frammenti di ciottole, cucchiaio in bronzo, moneta romana. Materiale datato al tardo impero.

Brotto 1927, pp. 101-102; De Bon1938a, p. 71; De Bon 1941, p. 146; Rando 1958, p. 82.

7.2 LONDA. Materiale sporadico, rinvenimento casuale. Materiale disperso. Presso il capitello. Rinvenimento di monete romane non descritte.

Brotto 1927, p. 17.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. CREP DE LA LORA
  2. LE PIRCHE
  3. CONTRA’ TORRE
  4. COVALETTO "VENEZIANO"
  5. COGOL DEL SECIA
  6. BASTION DI RONCOBELLO
  7. GROTTE DI OLIERO, COGOL DEI ASSASSINI
  8. OLIERO, "TOMBA DEI BORA"

ENEGO

BASTIA DI ENEGO

ROMANO D’EZZELINO

9.1 SENTIERO DELLA "COSTA DELLA CROCE". Il sentiero, partendo da Pove raggiunge la località Pragolin. Dalla Croce a Pragolin il sentiero si sdoppia in una parte alta (antica) e bassa (nuova). La parte alta è caratterizzata da molti graffiti sulle rocce, da coppelle da una grotta con interessanti incisioni rupestri. Allo stato attuale delle ricerche non è possibile una datazione di tutto l’insieme; alcune incisioni sono certamente di epoca medioevale, le coppelle potrebbero essere molto più antiche.

* Il sentiero, adeguatamente protetto e con le opportune indicazioni costituisce un itinerario di grande fascino.

B

INSTALLAZIONI DIFENSIVE DI MEZZACOSTA E DI FONDO VALLE

1 - CISMON DEL GRAPPA

1.1 CASTELLO DELLA SCALA.

Rimane un rudere nei pressi del primo tornante della strada che da Primolano sale verso Fastro. Lo troviamo nominato per la prima volta nel 1260, ma è certamente più antico. Faceva parte di quel dispositivo militare che assieme al Covolo di Butistone, alla Bastia di Enego e il ponte sul Cismon permetteva il controllo degli accessi al Canale di Brenta, al Feltrino e alla bassa Valsugana.

Fu distrutto definitivamente con la costruzione della nuova strada nel 1850. A sostituirlo fu edificata l’imponente fortificazione della Tagliata Scala e Fontanella.

"Constava di un massiccio edificio quadrangolare, a cavaliere della via, che occupava da un lato all’altro la stretta. Bene incamiciato d’ogni intorno a centroscarpa e aggirato da cieche gallerie, non sentiva granfatto il desiderio di rivellini e di fosse. Si sprofondava nelle viscere della terra con volte ampie e asciutte, capaci di ogni fatta di provvigione. La porta metteva in un atrio munito da una saracinesca. Dall’atrio, per una scala di pietra, si saliva ai piani superiori, suddivisi in vaste sale, che rispondevano nelle guardie saggiamente munite. Alla sommità poi girava un terrazzo, protetto d’innanzi da merli con piombatoi, donde lanciar pietre, frecce, olio bollente, e più tardi mitraglie e palle, da principio, di pietra."

Vecellio A. , I castelli feltrini, Feltre 1896. Rist. An. : Forni ed. Sala Bolognese 1971.

Vecellio A.Il castello della Scala sopra Primolano, in <Il Brenta>, 1866, n. 16 e 17.

La nuova fortificazione:

-" La fortezza Brenta - Cismon comprendeva […] la tagliata della Scala di Primolano (opera antiquata in muratura con 4 pezzi da 75 A, 3 pezzi da 42 a tiro rapido, 4 mitragliere; disarmata all’inizio del conflitto), la batteria Fontanelle (opera antiquata in muratura ordinata per 4 pezzi da 149 G affusto d’assedio in casamatta, 4 da 75 A; disarmata all’inizio del conflitto),." (AA.VV.,Guida ai forti italiani e austriaci degli Altipiani, Valdagno 1994. p. 10)

* Il complesso costituisce un importante esempio di architettura militare.

Sono necessarie opere di salvaguardia per impedirne l’ulteriore degrado. La valenza architettonica, archeologica storica e paesaggistica è notevole. Deve essere inserito in un insieme di restauri e valorizzazioni che rendano fruibile nel suo insieme il dispositivo di difesa militare costituito dal Forte della Scala, dal Covolo di Butistone, dalla Bastia di Enego, dal Forte Tombion, dal Ponte di Cismon con il Pedancino, dal Ponte della Piovega con le rispettive mulattiere di arroccamento chiamate "la Piovega di sotto" e "la strada del genio. Il potenziale turistico, con la rivalutazione dell’area, è notevole in quanto comprende un insieme di fortificazioni dal medioevo fino al 1900.

Per quanto riguarda specificatamente il Forte della Scala è necessario, in via preliminare, eseguire un accurato rilievo topografico e architettonico e programmare una campagna archeologica per rintracciare e valorizzare quanto resta dell’antico Castello della Scala di cui dovrebbero essere rimaste almeno le strutture sotterranee.

L’intera area deve essere protetta con i necessari vincoli di tutela.

1.2 COVOLO DI BUTISTONE.

Vedi scheda particolare.

1.3 ROCCHETTA. Sulla Rocchetta esisteva un castello censito tra i beni di Ezzelino III Da Romano.

"unam rocam super villam Cismonis factam ad modum castri et habet superius unam turrim"

Biblioteca Bertoliana Vicenza, Archivio del Comune, Regestum possessionum Comunis Vincencie, 1262, 164 ss..

* I ruderi sono abbastanza consistenti. Si raccomanda molta attenzione e possibilmente una protezione dell’area.

2. COMUNE DI SAN NAZARIO

2.1 PASSO DELLA CORDA. E’ uno dei "passo forti" del Canale di Brenta, probabilmente non era dotato di difese stabili. Nel febbraio del 1514 avvenne il celebre fatto d’armi nel quale il capitano imperiale Cristoforo Calepino fu sconfitto e catturato dagli uomini di Valstagna, Oliero e Campolongo.

Memmo F., Vita e macchine di Bartolomeo Ferracino celebre bassanese ingegnere colla storia del ponte di Bassano, Venezia 1754, pp. 48 – 49; Bonato M., Storia dei Sette Comuni e Contrade annesse, dalla loro origine sino alla caduta della Veneta Repubblica, Padova 1858, pp.313 – 320; Nalli G.Epitome di nozioni storiche economiche dei Sette Comuni Vicentini, Vicenza1895, p. 72; Brotto D., Storia del Canale di Brenta, Bassano 1927,pp.368 – 371; Caldogno F., Relazione delle Alpi Vicentine e de passi e de popoli loro del conte Francesco Caldogno , per Nozze Rossi-Garbin, Padova Prosperini1887, p. 90.

2.2 PIANCASTELLO DI SAN NAZARIO

Descrizione del Gerola: "Sulla vetta della soprastante propaggine montuosa che si denomina Piancastello, sono ruderi di muraglie e resti di rocce lavorate: fra l’altro una conca emisferica, completamente cavata nel macigno, una cui fessura è turata con calcestruzzo" aggiunge poi in nota: "poco lungi di lì in un muro a secco si vede una pietra, adattata ad arco ed incavata a riquadrature, recante scolpita una croce di fattura molto arcaica". Prosegue poi: "nei terreni all’intorno furono più volte messe allo scoperto antiche sepolture ad inumazione. Una delle più complete, trovata una trentina di anni fa nei campi di Bortolo Benacchio, era formata dei soliti embrici a risvolto collocati sul suolo, a doppio spiovente, colle congiunture protette dai tegoli."

2.3 LA ROCCHETTA. Ritrovamenti casuali, materiale disperso e ancora sul luogo. Ruderi di una costruzione non ancora datata. Sulla superficie del terreno si trovano abbondanti frammenti di laterizi (embrici). Sarebbero state trovate tessere di mosaico e monete di età romana imperiale.

Gerola 1907, p. 11; De Bon 1938a, p. 71; De Bon 1941,p. 146.

* Le due località abbisognano di attenzioni per la salvaguardia del patrimonio archeologico che custodiscono. In particolare la sommità di Piancastello conserva ancora importanti resti. Vanno salvaguardate le masiere con le relative spianate. Una campagna archeologica permetterebbe di individuare i resti dell'antico castello e di altre installazioni.

* La valenza turistica è considerevole considerando l’insieme di opere che oltre ai notevoli resti archeologici comprende l’antica via selciata (la sannazara) di comunicazione tra il fondo valle e le Alpes Maidres.

2.4 CASTELLER DI PRAVENTORE. La località non è mai stata indagata. Ciò che emerge è una struttura consistente in un "muro a secco" simile ad un "agger".

COMUNE DI SOLAGNA

3.1a BASTIA DI POVE-SOLAGNA e Torre di Solagna

"Sulla cima della Bastia (m.350; composta interamente di dolomite) si vedono ancora le fondamenta di antiche fortificazioni, che lasciarono il nome al monte che le portava" (Brentari O., Guida storico alpina di Bassano Sette Comuni,Canale di Brenta, Marostica, Possagno., Bassano1885, pp. 74-75.)

3.1b TORRE DI SOLAGNA. Resti della torre e del muro di sbarramento; esistono ancore le antiche gallerie scavate nella roccia (da non confondersi con quelle della guerra 1915-18).

" Nei pressi dei ruderi dell’antica struttura difensiva medievale che dà il nome alla frazione, durante lavori agricoli e, soprattutto, nel corso della costruzione della linea ferroviaria della Valsugana, si rinvennero tombe romane a inumazione, databili, sulla base dei ritrovamenti monetali ad esse riferibili, ai sec. III e IV d. C"

Gerola 1907, p. 10. ASA 1908. Saccocci A.Monete provenienti da scavo nel Museo Civico di Bassano del Grappa, in Archeologia Veneta, VII 1984, pp. 145-266; p. 149, nr. 13.

* La Bastia è una delle più importanti opere di fortificazione del territorio. I ruderi dell’antico apparato di difesa, mascherati dalla vegetazione, sono notevoli. Emerge ancora un apparato in muratura (forse un muro di scarpa) lungo decine di metri e le fondamenta di più ambienti di quello che era il torrione della bastia. Un muro di sbarramento, di cui restano tracce anche significative la congiungeva con la Torre sulla riva della Brenta.

* E’ necessario intraprendere al più presto una adeguata campagna archeologica preceduta da un accurato rilievo topografico. Nel frattempo l’area deve essere salvaguardata da ricognizioni e scavi abusivi, vista la fragilità di ciò che rimane. Anche qui devono essere messi in atto i necessari vincoli di tutela.

* Per la Torre è necessaria una salvaguardia immediata dell’area circostante i resti della fortificazione, comunque già protetta da un vecchio vincolo della Soprintendenza ai Monumenti.

E’ necessario porre attenzione in qualsiasi lavoro di ripristino nel nucleo urbano ed evitare che i restauri a fini abitativi divengano ristrutturazioni.

Dovrebbero emergere:

1 – resti delle antiche muraglie inglobati nelle case di abitazione

2 - strutture sotterranee

3 - lacerti di pitture murali, decorazioni e graffiti

4 - a livello del suolo ogni scavo per impianti o fognature può intaccare lo strato archeologico

* La valorizzazione turistica è di una notevole potenzialità.

* Bastia e Torre è uno dei luoghi cui deve essere assegnata una particolare priorità.

 

COMUNE DI BASSANO

5.1 ANGARANO

5.1.1 CASTELLARO DI ANGARANO. " Castellaro e M. Crocetta (m. 292). E’ questo si può dire, un monte solo, con due cime separate da una valletta; e di esse quella a E. à il primo e quella a O. il secondo di questi nomi. Questo monte sta ad Est di S. Giorgio e a O. della Corte. Dalla casa Brocchi salendo direttamente per il vigneto e per i prati si raggiunge il castellaro in 1/4 d’ora, ed in 20 minuti prendendo il sentiero meno ripido che gira il colle a Nord; e dalla Corte (salita preferibile) si sale in 20 minuti nella valletta fra le due cime. La vista dal Castellaro è addirittura stupenda [...] la vista è forse migliore dal M. Crocetta, specie verso la pianura. Su ambidue i monti vi sono ruderi d’un castello. In questa superba posizione sorgeva il Castello di Angarano, certo assai antico" (Brentari O., Guida storico alpina di Bassano Sette ComuniCanale di Brenta, Marostica, Possagno., Bassano1885, pp. 71-72.)

* E’ una delle più importanti opere di fortificazione del territorio. I ruderi dell’antico apparato di difesa, mascherati dalla vegetazione, sono notevoli.

E’ necessario intraprendere al più presto una adeguata campagna archeologica preceduta da un accurato rilievo topografico. Nel frattempo l’area deve essere salvaguardata da ricognizioni e scavi abusivi, vista la fragilità di ciò che rimane. Anche qui devono essere messi in atto i necessari vincoli di tutela.

* Le pendici del colle sono interessate da presenze archeologiche notevoli (Necropoli e nuclei abitativi di Angarano)

* La valorizzazione turistica è di una notevole potenzialità.

* Questo è uno dei luoghi che devono avere una particolare priorità.

5.2 CAMPESE

5.2.1 RITROVAMENTI A MEZZACOSTA. Su un piccolo pianoro di mezzacosta sulla destra orografica della Valle di San Martin è stato ritrovato un complesso di ruderi comprendente muri di fondazione in pietra a secco di pianta rettangolare misuranti circa metri 7 per 5.30 con a monte dei muri a secco e all’intorno una grande quantità di pietre. Si potrebbe trattare di un insediamento di mezzacosta molto antico e che comunque ripropone la tipologia già riscontrata in valle che consiste nel sepolcreto o necropoli sul fondo valle a piè del monte e, sulla costa soprastante in corrispondenza di un pianoro, una installazione cultuale o difensiva. E’ da notare che nel caso di San Martino lungo il sentiero di collegamento si trova la "pietra con le impronte di San Martino e del suo cavallo". Ci troveremmo quindi di fronte a un probabile castelliere, comunque ad un insediamento di mezza costa collegato con la sottostante necropoli.

5.2.2 CASA DETTA " DEI CAMOI " O CASTELVECCHIO. Secondo la tradizione locale è la più antica casa del paese e la tradizione ritiene sia dotata di sotterranei, le famose gallerie, che la collegherebbero a S.Martino e al monastero di S. Croce; di queste non si è mai trovata traccia. Un tempo le pareti interne erano decorate con affreschi ora non più esistenti.

La leggenda narra che sia appartenuta ad Ezzelino il tiranno. Quasi certamente, considerate le caratteristiche dell’edificio e le tradizioni sopra ricordate, si tratta della "residenza di caccia" nominata dal Rolandino e dal Malvezzi quando riportano il sogno che Ezzelino III avrebbe fatto precedentemente alla battaglia di Cassano d’Adda.

Attualmente si presenta come un robusto mastio, adattato agli usi civili, mozzato nella parte superiore probabilmente tra la fine del 1400 e i primi decenni del 1500, quando nella terraferma veneta le case fortificate vennero smantellate o comunque rese inoffensive.

E` addossata al monte con la parete occidentale che presenta ancora due feritoie sguanciate. La facciata a Sud presenta un portale ogivale decorato in cotto. Gli angoli sono irrobustiti da grosse pietre da taglio in arenaria, della stessa qualità di quelle usate come pietre angolari nel monastero di S. Croce. Nella parte superiore si vedono ancora le buche pontaie.

Bellissimi ferri da stanga sono ancora in opera sulla parete Est e fino a pochi anni fa ne esistevano anche sulla parete Sud.

Questa casa fortificata occupava l'angolo Nord-Ovest di una corte cintata con muro cui si accedeva da un cancello posto sul lato Nord presso la casa torre.

All'interno della corte non c'erano altri edifici, esclusa una piccola casa addossata al monte.

Chemin A., Campese storia del territorio, Verona (Campese) 1995. Chemin A. ,San Martino di Campese, gli ultimi ritrovamenti: settembre 1996,in :Il Merlino, n.° 1, Campese 20 dicembre 1996,pp.6-7.

Chemin A.Storie del fiume, in AA.VV. Giornata del F.A.I., Bassano 1996. Chemin A.,Itinerari religiosi e militari attraverso la Brenta,in AA.VV. Giornata del F.A.I., Bassano 1998. Chemin A.,Campese prima del 1124, in Il Merlino,Campese 1998.

5.2.3 CASTELNUOVO. Nessun rinvenimento noto.

Si tratta di una corte fortificata di cui è ancora leggibile l’impianto generale con l’arco d’entrata e la probabile torre ora mozzata. Età indefinibile.

* L’insieme può essere ulteriormente valorizzato inserendolo nel percorso del "sentiero di San Martino" che tocca l’antica pieve di San Martino e la mezzacosta con i terrazzamenti (banche e masiere) e i vecchi insediamenti.

* L’area di Campese con il Monastero di Santa Croce, la Pieve di San Martino, gli edifici di archeologia industriale e le case antiche, adeguatamente sistemata ha una notevole valenza storico-turistica.

 

COMUNE DI CAMPOLONGO

6.1 CASTELMAGO. Ruderi di una antica installazione. Nessun rinvenimento noto.

E’ sopra il Tornà delle Pirche.

Pirche probabilmente significa "castellaro".

 

COMUNE DI VALSTAGNA

7.1 CREP DE LA LORA. Caverna con tracce di fortificazione. Molto probabilmente fu munita di artiglieria durante le guerre di Cambrai.

7.2 LE PIRCHE. Sulla destra della Valstagna di fronte alla Val Vecchia di Foza. Probabile castelliere.

Nessun ritrovamento noto.

7.3 CONTRA’ TORRE. Nucleo antico di Valstagna a controllo dello sbocco della Valstagna. Nessun ritrovamento noto. Età probabilmente basso medioevale.

7.4 COVALETTO "VENEZIANO".Caverna sovrastante la contrada della chiesa di Valstagna. E’ caratterizzata da un muro difensivo di sbarramento. Nessun ritrovamento noto. Età indefinibile, probabilmente basso medioevale.

7.5 BASTION DI RONCOBELLO.Nucleo antico di case a S. Gaetano di fronte al Passo della Corda sulla sponda opposta della Brenta. Nessun rinvenimento noto. Età probabilmente basso medioevale

  1. Oliero, Grotte, COGOLO DEGLI ASSASSINI. Resti di un muro di sbarramento e fori per impalcati sulle pareti.

 

COMUNE DI ENEGO

8.1 BASTIA DI ENEGO. In località Bastia di Enego, lungo la strada Primolano - Enego in prossimità del settimo tornante a quota 429 mt. s.l.m., si trova un rudere di età imprecisata e riferito ipoteticamente dalla bibliografia ad età romana o medioevale (senza ulteriori precisazioni) noto come Bastia, posto a Nord di un piccolo gruppo di vecchie case in pietra denominate Case Bastia..

Il rudere ha le caratteristiche di un torrione quadrato posto su un luogo strategico che permette il controllo sul sottostante Covolo di Butistone sul versante opposto della gola di Primolano e contemporaneamente sulle vie di accesso provenienti dal fondovalle dalle due strade della piovega di sopra e della piovega di sotto.

 

 

SEPOLCRETI DEL CANALE DI BRENTA

***

Schede descrittive e bibliografiche.

SOMMARIO

SINISTRA BRENTA

1 - TORRE DI SOLAGNA

2 - BASTIA DI POVE-SOLAGNA

3 - SAN GIORGIO DI SOLAGNA

4 - SEPOLCRETO IN CONTRA’ MARETINI (VILLA) DI SOLAGNA

5 - CASTELLARO DI SAN NAZARIO

6 - ROCCHETTA BASSA DI CISMON

7 - TOMBION-PEDANCINO

8 - COL DEI PRAI

DESTRA BRENTA

1 - SAN MARTINO DI CAMPESE

2 - AREA DEL MONASTERO DI SANTA CROCE DI CAMPESE

3 - OLIERO: "PRATUM LETRI"; "Tomba dei Bora".

4 – ANGARANO, necropoli presso S. Giorgio alle acque.

DESTRA BRENTA

1 - SAN MARTINO DI CAMPESE

2 - AREA DEL MONASTERO DI SANTA CROCE DI CAMPESE

3 - OLIERO: "PRATUM LETRI"; "Tomba dei Bora".

1. TORRE DI SOLAGNA

1.1. Il toponimo appare nel 1317 e nel 1333 in due documenti riguardanti le investiture del feudo vescovile di Solagna

1.2. Scheda dalla Carta Archeologica del Veneto.

" TORRE"

[II NO, 45 gradi 48’ 27’’ N, 0 gradi 44’ 00’’ o, m 120

Montagna, fondovalle marginale, piede di versante.

Necropoli R, rinvenimenti casuali, date diverse.

Materiale parzialmente conservato al Museo Civico di Bassano del Grappa.

Nei pressi dei ruderi dell’antica struttura difensiva medievale che dà il nome alla frazione, durante lavori agricoli e, soprattutto, nel corso della costruzione della linea ferroviaria della Valsugana, si rinvennero tombe romane a inumazione, databili, sulla base dei ritrovamenti monetali ad esse riferibili, ai sec. III e IV d. C."

 

 

2. - BASTIA DI POVE-SOLAGNA

2.1. Vicende storiche e descrizioni della Bastia: vedi sopra 1.4, 1.5.

2.1 - Sulla sommità si trovano i resti della Bastia. L’esplorazione finora condotta non ha rivelato resti di necropoli però la notizia data da F. Chiuppani nel 1700 della presenza di lavelli sul vicino colle posto mezzodì fa pensare ad una necropoli e ad altre costruzioni.

"e queste [monete] sono in quella vallesella ove è la Fontana, et altre sono sul’alto e aprico colle ch’è contro mezzo di si vede ancor per colà in pietra masaricie manuali, tra le quali vi sono i lavelli, e altre cose di comune(?) consideratione dalle quali si certifica di questo havere."

Non è facile localizzare questi manufatti; ci sono due possibilità:

- la vallesella è sul versante di Solagna e allora il colle è il versante Nord della"Gusella" o/e il versante della Bastia stessa, però in questa vallesella non c’è la Fontana.

- la vallesella è sul versante di Pove; qui c’è un pozzo nei pressi dell’attuale sacello della Madonna, però a Sud non c’è nessun monte ameno che non si interpreti in modo approssimativo e allora a Sud-Est si trova il Versante Sud della "Gusella". Quasi certamente il luogo è questo ed è inesplorato. La leggenda riportata dal Todesco parla di Ezzelino che sulle pendici della Gusella si intrattiene e parla con "sassi, rane, rospi, topi e volpi"; il luogo quindi era vissuto come misterioso e popolato di presenze.

 

 

3. SAN GIORGIO DI SOLAGNA

3.1. Il colle di S. Giorgio si eleva a Nord di Solagna, protendendosi verso la valle, culminando a 460 metri di altezza con un pianoro di cresta sulla cui soglia occidentale sono edificati la chiesa e l’eremo di S. Giorgio; la cresta poi continua dirupata congiungendosi al margine del massiccio del Grappa. Chiesa ed eremo sono addossati ad una prominenza rocciosa sulla quale sorge il campanile.

L’insieme costituisce un naturale sbarramento sulla sponda sinistra del Canale di Brenta e gli aspetti morfologici sono simili a quelli della Bastia di Pove-Solagna a Sud, al Pra Castello e al Casteller di Praventore a S. Nazario. Come questi ha in comune un insediamento sul fondo valle cui è associata una necropoli e una fortificazione sulla spianata del colle sovrastante. Si tratta quindi di insediamenti che, stando ai ritrovamenti a piè di colle, risalgono almeno ad età romana imperiale.

 

3.2 La sacralità del luogo è testimoniata non solo dalla chiesa e dall’eremo ma anche dalla sepoltura rupestre nelle vicinanze della sommità.

Plinio Fraccaro all’inizio del secolo dà notizia di una tomba "preistorica" e la descrive situata sul declivio occidentale del colle di San Giorgio poco lungi dalla chiesa, scavata nella roccia, larga m. 0,60 lunga m. 1,65 alta m. 0,38 con origliere alto cm.3 e lungo cm.24 cm. orientata da NO a SE. La tomba esiste ancora ed è caratterizzata da una grande coppella posta sul fondo e dall’"origliere". L’orientamento è da Sud ("origliere") a Nord, verso le Alpes Maidres.

L’epoca di questa tomba è incerta, comunque la presenza della coppella ci porterebbe ad ipotizzare un contesto precristiano, forse reto-romano o coevo alla presenza attestata ai piedi del contrafforte in contrà Maretini.

In questa tomba si può osservare che sul letto, oltre ad un origliere si trova nel mezzo una grande coppella e che l’orientamento è verso Nord dove ci sono quelle creste montane chiamate Alpes Maidres su cui, stando ai racconti, apparivano le fade.

Le "Maidres" ci riportano alla "Matres" di cui è attestato il culto in epoca gallica e romana nella Gallia Cisalpina. Questi indizi ci portano quindi in epoca gallica e paleoveneta.

 

 

4. SEPOLCRETO IN CONTRÀ MARETINI (VILLA) DI SOLAGNA

" [II NO, m. 137]

Montagna, fondovalle marginale, piede di versante:

Necropoli, epoca romana, modalità di rinvenimento e data non determinate.

Museo Civico di Bassano del Grappa.

Nella frazione Maretini, attualmente denominata Villa, all’inizio del secolo fu scoperto un nucleo di sepolture romane ad inumazione, con corredi parzialmente conservati, consistenti in una fibula di bronzo a tenaglia, cinque armille a fettuccia con decorazione incisa e un asse del triumviro P. Lurius Agrippa, databile al 7 a.C.. I materiali sono ascrivibili, nel complesso, al III - IV sec. d.C.."

 

5 - PIANCASTELLO DI SAN NAZARIO

5.1 Descrizione generale.

"Collina sommita’.

Area funeraria R, modalita’ di rinvenimento non determinata, prima del 1870 - 80.

Materiale disperso.

Si ha notizia del rinveniento, intorno ai ruderi di una costruzione probabilmente medioevale, di alcune tombe ad inumazione che, nella descrizione, sembra di poter desumere fossero del tipo alla cappuccina. Tra gli anni 1870 e 1880 se ne rinvenne un’altra "piu’ completa": non e’ specificato se tale affermazione si riferisca alla completezza del corredo tombale o ad eventuali manomissioni subite dalle altre tombe.

Gerola 1907, p.11."

5.2 Descrizione del Gerola.

"Sulla vetta della soprastante propaggine montuosa che si denomina Piancastello, sono ruderi di muraglie e resti di rocce lavorate: fra l’altro una conca emisferica, completamente cavta nel macigno, una cui fessura e’ turata con calcestruzzo" aggiunge poi in nota: "poco lungi di li’ in un muro a secco si vede una pietra, adattata ad arco ed incavata a riquadrature, recante scolpita una croce di fattura molto arcaica". Prosegue poi: "nei terreni all’intorno furono piu’ volte messe allo scoperto antiche sepolture ad inumazione. Unda delle piu’ complete, trovata una trentina di anni fa nei campi di Bortolo Benacchio, era formata dei soliti embrici a risvolto collocati sul suolo, a doppio spiovente, colle congiunture protette dai tegoli."

 

 

 

6. ROCCHETTA BASSA DI CISMON

Cismon del Grappa. Rocchetta bassa. 1885 da aratura.

Materiale disperso.

Tomba alla cappuccina senza corredo attribuita ad età romana.

Gerola 1906, p.47.

 

7. TOMBION - PEDANCINO

7.1. Cismon del Grappa. Forte Tombion. 1886.

Museo Civico di Bassano; le monete sono disperse.

Monete del "basso Impero" e un bronzetto di Mercurio del I-II sec. d.C..

Tombe a cremazione.

Il rinvenimento risale alla costruzione del forte nel 1886.

Gerola 1906, p. 47; De bon 1938a, p. 72.

 

7.2. Cismon del Grappa. Santuario di Nostra Signora del Pedancino.

Rinvenimento prima del 1905. Museo Civico di Bassano; Due bronzetti di Ercole del IV - I sec. d.C, uno dei bronzetti è andato perduto nel bombardamento aereo del 24 aprile 1945. L’area è contigua al Tombion e potrebbe trattarsi di uno stesso contesto.

Gerola 1907, pp. 1-2; De Bon 1938a, p. 13.

 

 

 

8. COL DEI PRAI (Cismon del Grappa), LOCALITA’ COLI.

 

"Montagna, versante. 700mt. circa s.l.m.

Tombe. epoca romana(?), identificazione.

In situ.

Lungo la val goccia, in loc. Covoli, presso la casare Costa, su due ripiani naturali della roccia, sono scavate nel calcare quattro tombe di forma rettangolare, appaiate due a due prive di materiale all’interno (probabilmente per spoglio), di possibile, ma non certa, epoca romana."

" quasi ad un’ora al di sopra di Cismon, presso la strada superiore che mena al Forcelletto, sono alcune grotte, cui la località dev il proprio nome di Covoli. In due piccoli ripiani della roccia sul davanti delle due caverne, ed esternamente ad esse, sono quattro tombe artificialmente scvate nel calcare, appaiate due a due, e tutte quante orientate da ovest ad est.

Le due poste più a levante sono accostate fra loro per il lato maggiore, di guisa che l’una (la settentrionale) resta più vicina alla roccia del monte, l’altra (la meridionale) all’estremo lembo del ripiano. la forma è pressochè rettangolare, solo che entrambe le estremità nella prima, l’estremità inferiore (est) della seconda sono arrotondate ad elissi. La prima tomba è lunga m. 1.80 e larga cm 40; la seconda misura m. 1.75 di lunghezza, cm. 50 di larghezza al capo e solo 35 ai piedi. La profondità massima è di 30 cm. all’estremità superiore (ovest) di tutte e due le sepoltureè rilevato un origliere di 20-25 cm. di lunghezza. Al di sopra delle tombe doveva essere in origine un coperchio, del quale è evidente l’incasso -quantunque irregolare- nella roccia cui si addossa la tomba settentrionale.

La terza tomba, situata tosto ad occidente delle testè descritte, è lavorata con maggiore cura, ha forma più regolare ed è anche meglio conservata. Misura m. 1,65 di lunghezza; cm. 45 di larghezza alla testa, e 35 ai piedi; e 25 di profondità; il piccolo rialzo dell’origliere è di soli 20 cm. Nel lato nord, e parzialmente nei due attigui, che sono accostati alla roccia, e qui pure incavato in giro il proseguimento dell’0rlo superiore della tomba, già destinato a sostenere il coperchio. Nella roccia al di sopra si interna una specie di piccola nicchia irregolare. Avvicinata al lato minore (ovest) della terza e in diretta continuazione di questa, è l’ultima tomba, informe e incompleta, forse non mai usata per sepolture."

Dalla descrizione del Gerola e dal rilevamento attuale (1993) si desume che le tombe II e III sono state sottoposte a degrado e a parziale distruzione

La datazione delle tombe è problematica, sono riferibili probabilmente a età romana o longobarda; comunque la questione è tutta da definire.

 

 

 

 

DESTRA BRENTA

 

1 - S. MARTINO DI CAMPESE.

Nella tradizione, sia campesana che della sponda destra del Canale di Brenta, S. Martino è l’antico luogo di culto dove in particolare "si portavano i morti" e dove si trova sepolta, per riapparire a chi è capace di vederla, la mitica campana d’oro. Queste sono due indicazioni di non poco conto che ci portano a pratiche di culto antichissime e sicuramente precristiane.

Il recinto di S. Martino si connota quindi come il luogo della necropoli dove convengono tutti gli abitanti del territorio della sponda destra della Brenta. Oltre a questo la tradizione indica anche una Strada dei morti che dai margini dei prati sale lungo la costa del monte dirigendosi verso Nord.

Attualmente Il luogo ci si presenta nella ristrutturazione settecentesca e ottocentesca ed è ancora evidente il recinto caratterizzato dal muro di cinta che specie verso valle fanno assumere a S. Martino l’aspetto di chiesa fortificata. Gran parte dell’area è ora occupata dalle successive espansioni edilizie che hanno notevolmente ingrandito la primitiva chiesa edificata, in epoca longobarda o franca, proprio all’interno dell’antichissimo recinto-necropoli

Recentemente, nel mese di settembre del 1996, durante i lavori in un cantiere della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Verona per il risanamento e il drenaggio dei muri, sono emersi interessanti elementi che ci fanno capire ancora di più l’importanza storica del luogo.

Rimosso il pavimento in cemento costruito nel 1900 - 1901 venne in luce il pavimento sottostante, parzialmente conservato, consistente in un battuto di calce, che a sua volta poggia su una "massicciata" di pietre non squadrate di estremo interesse. A sua volta questa, nelle parti in cui è ancora conservata, poggia sopra uno strato più antico dove una prima esplorazione ha messo in luce la presenza di tombe ad inumazione. Nell’esplorazione finora effettuata sono emerse, nel settore occidentale e in particolare nell’angolo Nord-Ovest, delle tombe sconvolte e distrutte nella parte superiore dai vari cantieri che si sono susseguiti nei secoli di storia del monumento, cui erano associati dei tegoloni di fattura tipicamente romana come quelli che si trovano nell’area della villa rustica del fondo Bianchi-Michiel e nell’area di S. Giorgio alla Acque in Angarano. Di queste tombe non è ancora stato messo in luce lo strato inferiore con l’eventuale letto che permetterebbe di avere un’idea più precisa della loro originaria tipologia. L’insieme degli indizi non escluderebbe quindi una datazione attorno alla prima età imperiale, ricordando però che il materiale potrebbe essere di riuso e quindi ci si sposterebbe più avanti nella datazione. Insieme a queste tre sepolture ne sono emerse altre due caratterizzate da una grande e massiccia lastra di copertura poggianti su dei muretti di cui una ancora intatta, l’altra mancante di un angolo. Queste lastre sono di notevoli dimensioni e della stessa qualità e fattura di alcune delle pietre che costituiscono il lastricato davanti alla soglia dell’antico portale Sud per cui si può pensare che parte di queste siano frammenti di altre lastre di copertura poi così riutilizzate.

1.4 RITROVAMENTI A MEZZACOSTA

Su un piccolo pianoro di mezzacosta sulla destra orografica della Valle di San Martin è stato ritrovato un complesso di ruderi comprendente muri di fondazione in pietra a secco di pianta rettangolare misuranti circa metri 7 per 5.30 con a monte dei muri a secco e all’intorno una grande quantità di pietre. Si potrebbe trattare di un insediamento di mezzacosta molto antico e che comunque ripropone la tipologia già riscontrata in valle che consiste nel sepolcreto o necropoli sul fondo valle a piè del monte e, sulla costa soprastante in corrispondenza di un pianoro, una installazione cultuale o difensiva. E’ da notare che nel caso di San Martino lungo il sentiero di collegamento si trova la "pietra con le impronte di San Martino e del suo cavallo". Ci troveremmo quindi di fronte a un probabile castelliere, comunque ad un insediamento di mezza costa collegato con la sottostante necropoli.

  

2 - AREA DEL MONASTERO DI SANTA CROCE DI CAMPESE

2.1. - Nell’area del Monastero di Santa Croce di Campese durante i lavori per il restauro della superstite galleria Est del chiostro e’ venuta alla luce un’area sepolcrale composta di due fosse con le pareti in muratura, immediatamente a ridosso della porta di ingresso al coro della chiesa e disposte in direzione Ovest-Est. Ambedue erano senza lastra di copertura. La tomba a Nord adiacente alla porta della chiesa si presentava con resti ossei numerosi, scomposti con i crani agli angoli e le ossa lunghe al centro. Il tutto era immerso in terra con calce senza traccia di corredo. Purtroppo la tomba e’ stata scavata senza alcun criterio scientifico e documentario. Una datazione proponibile e’ quella dell’epoca di fondazione della chiesa (1124). Potrebbe trattarsi delle tombe dei "patroni" del Monastero, in particolare degli Ezzelini di cui le cronache e la tradizione dicono che in Santa Croce di Campese avessero, "tranne il primo e l’ultimo", il sepolcro.

  

3 - OLIERO: "PRATUM LETRI", il prato della tomba, quasi certamente il rialzo tra le grotte e la strada provinciale detto "Tomba dei Bora".

3.1. - Il toponimo lo conosciamo dalla carta di donazione di Ezzelino il Monaco a beneficio del Monastero di Santa Croce di Campese redatta il 22 novembre del 1221.

Il toponimo da’ rilievo alla "tomba" e la tradizione colloca a ridosso della "tomba", che in questo caso sta per tumulo o rialzo del terreno forse in parte naturale e in parte artificiale, la casa di Ezzelino, identificata con l’edificio posto a destra dell’esedra con colonna che da’ inizio al viale che porta alla chiesa di Santo Spirito. Cunicoli sotterranei sono stati ritrovati tra le case e il tumulo. Da una fotografia aerea si notano i resti di una "costruzione" a pianta rettangolare composta da due quadrati affiancati. Di questo supposto tumulo sepolcrale non abbiamo altri dati che quelli della tradizione e quelli sopra descritti.

Dagli indizi si può supporre che il tumulo risalga ad epoca gallica.

Il nome Bora che troviamo nel toponimo e’ ancora presente come specificativo del cognome in alcune famiglie del Canale di Brenta. Il suo significato e’ incerto

3.2. - Se non fosse per il toponimo "tomba dei Bora" si potrebbe semplicemente interpretare letrum come letto di fiume o di torrente come si trova nel documento citato dove nello specificare i confini della donazione si trova ab alia letrum de Sivolono, che e’ da interpretare come; "dall’altra parte il fondo del <torrente> Sivolono". Il toponimo quindi significherebbe "il prato presso il borro", e potrebbe essere semplicemente cosi’.

 

 

 

 

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