L'archeologia industriale

ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE E PROTO INDUSTRIALE

Per archeologia industriale si intendono quelle installazioni produttive che datano dalla rivoluzione industriale fino alla metà del 1900 e testimoniano di un modo di produrre non più attuale.

Le installazioni anteriori si qualificano come proto industriali.

Il Canale di Brenta non ebbe soltanto importanza militare come insieme di passi forti, ma acquistò un ruolo non secondario nella storia della protoindustrializzazione degli stati veneti.

Dal 1124, anno della fondazione del Monastero di Santa Croce di Campese, la storia economica della valle ebbe una svolta fondamentale per merito del Monastero stesso.

In particolare furono costruite installazioni che sfruttavano l’energia idraulica fornita dalla Brenta e dalle due sorgenti dell’Oliero e della Rea di Campese.

Le prime notizie documentarie risalgono al 1300. Si tratta di seghe per il legname, mulini da grano, magli per battere il ferro o il rame, mulini pestasassi, fucine da fabbro, cartiere, "edifici" da seta e filande.

Possiamo affermare che dalla località di Roncobello di Valstagna fino a Campese, questi "edifici" con le loro prese e roste di derivazione si susseguivano quasi senza soluzione di continuità sulle due rive.

Il momento di maggior splendore di questa intensa attività si ebbe tra la metà del 1600 e la metà del1700.

Il paesaggio lungo la Brenta era allora completamente diverso dall’attuale che vede il fiume staccato dalle attività del lavoro.

Oggi, a causa dell’impietosa opera del fiume e anche degli uomini, restano pochi esempi di queste installazioni.

Edifici industriali e testimonianze ancora esistenti

Il criterio di catalogazione è topografico e parte da Nord a Sud.

1 - Comune di Cismon.

1.1 - Cismon; fabbrica "Lancia"

2 - Comune di Valstagna

2.1 - S. Gaetano, Roncobello, opificio Venier

2.2 - Valstagna, tipografia.

2.3 - Oliero, Grotte di Oliero, cartiera Parolini e area dove sorgevano gli opifici.

3 - Comune di San Nazario

3.1 - Carpanè. area Guarnieri:centrale idroelettrica

3.2 - Carpanè. Merlo, opificio Fontana.

4. - Comune di Solagna.

4.1 - Solagna, Filanda Secco ex magazzino tabacchi

4.2 - Solagna, Calcara.

4.3 - Solagna, riviera Secco: case degli antichi opifici, roggia sotterranea.

4.4 - sega, resti della rosta.

4.5 - cave di pietra litografica.

5 . Comune di Campolongo

5.1 - centrale Burgo

5.2 - Presa e canale Mignano

5.3 - Cave di pietra

6 - Comune di Bassano.

6.1 Campese, Filanda. Complesso "Damiani"

6.2 - Mulino.

6.3 - complesso ex Finco

6.4 -Il filatoio di Bortolo Venzo sulla riva della Brenta.

7. - Comune di Pove

7.1 - Sega di Pove-Solagna.

7.2 - cave di pietra

8. – Comune di Enego (Comunità Montana dei Sette Comuni).

8.1 – Piovega di Sotto, località Seghe.

 

  1. Comune di Cismon, Cismon.

Fabbrica ex Lancia. (ora in parte adibita a fungaia)

LUOGO. Cismon,

OGGETTO. Fabbrica ex Lancia e fungaia.

CATASTO. F. XI (1929), part. 1119, 308.

CRONOLOGIA. sec. XX, (1925 - 1943)

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Industria chimica

USO ATTUALE. Fungaia.

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

pianta: edificio Sud rettangolare, edificio al centro a pianta irregolare, edificio Nord rettangolare.

coperture: a terrazza ed in eternit.

volte o solai: in cemento armato.

scale: gradini di pietra su muro per ogni reparto del complesso industriale.

tecniche murarie. elementi portanti in cemento armato e riempimento con mattoni a vista per i uri esterni.

pavimenti: cemento armato.

decorazioni esterne: finestre con architravi, lesene e davanzali in pietra o in mattoni a vista; elementi portanti sagomati.

strutture sotterranee: tunnel di collegamento tra i vari edifici e reparti; fondazioni in cemento armato, a piloni.

DESCRIZIONE: Due grandi edifici collegati originariamente da tunnel sotterranei di servizio (energia elettrica, acqua, riscaldamento ecc.).

* Nota filologica. Il pregevole edificio è esistito nella sua integrità fino al giugno 2000; da questa data l’edificio Sud con la centrale termica ed elettrica non esiste più essendo stato raso al suolo. Per correttezza filologica ne diamo comunque la descrizione e la documentazione fotografica.

    • Edificio Sud: centrale termica ed elettrica.

1 - Pianta rettangolare, le installazioni erano poste su piattaforme e piani con fondazione indipendente rispetto alla murature esterna.

2 - Le due centrali pur formando un edificio unico sono diversamente caratterizzate, la centrale termica è un’unica grande sala con copertura a terrazza, senza piani intermedi, sostenuta da grandi pilastri in cemento armato; dai sotterranei parte il tunnel che la collega agli altri edifici.

La centrale elettrica è una grande sala con tetto a due spioventi sostenuto da capriate in cemento armato e con un grande lucernario sulla sommità; all’interno si trova un soppalco con annessa la cabina elettrica.

3 - Il prospetto principale sulla spianata è caratterizzato da un grande portale con arco a tutto sesto e due grandi finestre con arco a tutto sesto.; lo stesso elemento decorativo delle finestre cieche è ripetuto sulle pareti Nord e Sud. La struttura in pilastri ed architravi in cemento armato è proposta come elemento decorativo.

4 - Sono ancora presenti caldaie, forni e resti dell’impianto elettrico della cabina.

Edificio centrale:

1 - E’ composto da una palazzina, a pianta rettangolare, per l’amministrazione e la direzione, collocata ad Est. Da questa si sviluppa, verso Ovest, un grande edificio a pianta rettangolare; collegata a questo è costruita una palazzina-dormitorio a pianta irregolare.

2 - La palazzina per uffici e direzione è articolata su un seminterrato, un piano rialzato e un primo piano; la copertura è costituita da una terrazza praticabile. Le scale sono costituite da gradini di pietra innestati sul muro. I locali sono illuminati da ampie finestre poste in serie di tre tra pilastro e pilastro. Alle spalle della palazzina si sviluppa l’edificio industriale attualmente usato, in parte, come fungaia, ed è articolato su un piano seminterrato, un piano rialzato, un primo piano. La copertura è in parte a terrazza, in parte a lucernari posti a dente di sega. I vari piani erano serviti oltre che da scale anche da montacarichi di cui restano i vani dove erano installati.

La palazzina dormitorio è articolata su un piano seminterrato ed altri tre piani; su una torricella sporgente sono situati i servizi igienici.

Tutta la struttura è caratterizzata da pilastri e travi in cemento armato.

3 - I prospetti sui piazzali sono caratterizzati dai pilastri di sostegno e dagli architravi in cemento a vista con riempimento di mattoni sempre a vista e dalle finestre con sagome in pietra, poste in serie di tre tra i pilastri della struttura portante; il basamento è rivestito da conci irregolari in pietra a vista.

4 - La palazzina per uffici e direzione presenta le scale arredate ancora come negli anni ‘40.

Edificio Nord

E’ a pianta rettangolare, articolato su un unico piano terra con grandi aperture sul piazzale ed è di epoca posteriore. Stilisticamente è diverso dai precedenti.

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE

La costruzione fu iniziata nel 1925 dalla "Società Anonima Industrie Chimiche del Veneto" su terreni che l’amministrazione comunale aveva espropriato per cederli alla ditta sopraddetta con l’impegno di garantire inizialmente 600 posti lavorativi. Nel 1926 la società viene incorporata alla "Società Seta Artificiale Varedo" con sede in Torino. Nella descrizione dei beni allegata all’atto di fusione troviamo: "Sul fondo sopra descritto esistono dei fabbricati industriali compresi nella cessione e che costituiscono lo stabilimento", però nelle planimetrie allegate questi fabbricati ancora non sono registrati (Archivio di Stato di Bassano, fondo ipoteche, atto del 18 - 1 - 1929). Da una delibera del podestà del Comune di Cismon in data 13 - 3 - 1926 troviamo che " fin dal marzo u.s. la detta Società ha chiuso il locale stabilimento senza nemmeno ultimare i lavori previsti per la costruzione dello stabile necessario all’industria" (Archivio Comunale Cismon, delibera alla data). Successivamente la proprietà fu rilevata dalla Snia Viscosa (Archivio Comunale Cismon, note tecniche sullo stabilimento Lancia). Nel 1943 lo stabilimento è di proprietà della Lancia di Torino e assume definitivamente l’aspetto attuale (Archivio Comunale Cismon, progetti e planimetrie Lancia). Durante la guerra subì incursioni aeree e alla fine del conflitto venne abbandonato. Ebbe un parziale uso come calzaturificio alla fine degli anni ‘50 e come industria di cucine economiche negli anni ‘60 (Archivio Comunale Cismon, note tecniche sullo stabilimento Lancia). Attualmente è utilizzato, in parte, come fungaia.

Strutturalmente l’edificio è ancora quello del 1943.

E’ notevole per l’uso esteticamente pregevole e raffinato del cemento armato, cosa assai rara (!), della pietra e del mattone pieno.

MAPPE - RILIEVI

1 - Catasto Unitario, Cismon, F. XI

2 - UTE, Vicenza, disegno , 1959

ARCHIVI

Archivio di Stato di Bassano, fondo ipoteche, 18 - 1 - 1929.

Archivio Comunale di Cismon, progetti e planimetrie Lancia.

Archivio Ufficio Tecnico Erariale di Vicenza (UTE), fascicolo Cismon, Lancia.

Archivio privato Chemin (Campese di Bassano), cartella Archeologia industriale, Lancia di Cismon.

IMPORTANZA

E’ un notevole esempio di architettura industriale della metà del 1900. Esteticamente si rifà a stili e moduli della tradizione del primo Novecento come le decorazioni delle finestre e la serialità delle stesse (come nella centrale Guarnieri di Carpanè), coniugati con le innovazioni costruttive ed estetiche introdotte con il razionalismo. Di questo momento della storia dell’architettura non esiste altro esempio nel Canale di Brenta e costituisce un raro esempio anche nell’alto vicentino.

EVENTUALI LAVORI DA ESEGUIRE

Il complesso, esclusa la parte adibita a fungaia, è in stato di abbandono, evidentemente in attesa di un riutilizzo dell’area.

Data l’importanza il complesso è bisognoso di interventi che arrestino il degrado.

PRESCRIZIONI

Impedire abbattimenti e opere che snaturino l’originalità del complesso.

PROPOSTE DI VALORIZZAZIONE CULTURALE E TURISTICA.

Il complesso, vista la vastità e l’imponenza di alcune strutture si presta ad usi i più vari e molteplici, da quello industriale a spazi culturali organizzativi ricettivi od altri. In particolare notiamo che si trova contiguo alla riva della Brenta e non lontano dal parco naturale delle Fontane.

 

2.1 – Comune di Valstagna, Roncobello.

Opificio Venier.

LUOGO. San Gaetano, Roncobello

OGGETTO. Opificio Venier.

CRONOLOGIA . Sec XVII.

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Maglio da ferro, segheria, Cartiera, filatoio, casa di abitazione.

USO ATTUALE. Casa di abitazione

 

 

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

PIANTA. rettangolare

COPERTURE. Tetto a quattro falde in laterizio.

VOLTE O SOLAI.. al piano terra colertura a vilte

SCALE. In pietra.

TECNICHE MURARIE. Muratura in pietre rivestite di intonaco.

DECORAZIONI ESTERNE. Portale di ingresso con sagoma in pietra, ballatoio in pietra con colonnine sagomate su una porta-finestra a Sud.

STRUTTURE SOTTERRANEE. I resti delle rogge.

DESCRIZIONE. Corpo di fabbrica rettangolare su quattro piani che si collega alla chiesa di San Gaetano. Elegante il prospetto Ovest con il portone di ingresso e la piccola corte comune selciata.

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Alla fine del 1600 la famiglia Venier costruì una roggia che animava innumerevoli ruote idrauliche che servivano un maglio da ferro, un edificio da seta, mulini e una cartiera che però quasi certamente non entrò mai in produzione.

Attualmente è rimasta la casa dominicale e ad Est è ancora riconoscibile un tratto della roggia.

MAPPE – RILIEVI

Archivio di Stato di Venezia, Beni Inculti Treviso 476/15

Catasto Napoleonico.

ARCHIVI

Archivio di Stato di Venezia, Beni Inculti; Catasto Napoleonico.

Archivio di Stato di Bassano, Catasto Stabile Austriaco; Catasto unitario.

 

3.1 – Comune di S. Nazario, Carpanè.

Insediamento industriale Guarnieri. Centrale elettrica.

 

LUOGO. Comune di S. Nazario, Carpanè.

OGGETTO. Centrale idroelettrica Guarnieri.

CATASTO. F. 18 (1984), part. 124,118,569.

CRONOLOGIA. Sec. XVII e XX..

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Edifici industriali vari, centrale idroelettrica.

USO ATTUALE. Deposito.

 

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

PIANTA. Irregolare; sala turbine rettangolare, affiancata da una palazzina pure a pianta rettangolare e da una torricella a pinata quadrata.

COPERTURE. Palazzina e torricella copertura piana a terrazza praticabile; sala turbine copertura con tetto a due spioventi in eternit.

VOLTE O SOLAI. Volte ad arco ribassato nelle condotte di scarico delle acque. Solai in cemento.

SCALE. All’interno della torretta appoggiate sui muri.

TECNICHE MURARIE. Basamento in pietra a vista; muratura in mattoni con intonaco liscio.

PAVIMENTI. In cemento.

DECORAZIONI ESTERNE. Lesene giganti, finestre decorate con mattoni a vista e davanzali in pietra; torretta con merli e arcatelle.

STRUTTURE SOTTERRANEE. Bocche d’uscita delle condotte forzate.

 

DESCRIZIONE.

1 - La centrale sorge sulla sponda della Brenta, in parte su scogli. Occupa la parte Sud dell’antica area industriale preesistente di cui rimangono l’edificio della filanda e quello occupato dall’ex magazzino tabacchi ed ex cartiera Sasso. Il complesso è tuttora costituito dal bacino di carico delle condotte forzate, dalla spianata dove si trovavano le condotte forzate e dalla centrale. La roggia che portava l’acqua dalla presa sulla Brenta di fronte a Roncobello è stata distrutta dall’alluvione del 1966. La centrale presenta una pianta composita caratterizzata dalla sala turbine a pianta rettangolare affiancata da una palazzina e da una torretta sfalsate tra loro.

2 – L’edificio si organizza in tre corpi distinti:

a – la sala delle turbine con tetto a due spioventi;

b – la palazzina con gli impianti di trasformazione e la sala di partenza delle linee elettriche, articolata su 4 piani, più alta della sala turbine e con copertura a terrazza praticabile;

c - la torretta con le scale di accesso ai vari piani con copertura a terrazza coronata di merli.

3 – I prospetti Sud ed Ovest sono caratterizzati da grandi finestre in serie di tre o di due scandite da grandi paraste che vanno dal basamento in conci irregolari di pietra a vista fino al cornicione del tetto o della terrazza. Al di sopra di tutto sporge la torretta con l’ultimo piano a trifore che si aprono sui quattro lati e il coronamento con merli poggianti su arcatelle sporgenti. Questa parte del complesso è ben visibile dalla strada sul lato destro della Brenta e costituisce un elemento caratterizzante del paesaggio. L’ingresso è caratterizzato da un grande portale con arco a tutto sesto in conci di mattoni a vista e affiancato da due finestre nello stesso stile. Il prospetto sulla spianata presenta ancora le tre bocche di ingresso delle condotte forzate sormontate ciascuna da una "trifora". Il basamento sul fiume è costituito da conci irregolari di pietra a vista.

4 – I macchinari e gli impianti non esistono più.

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Carpanè e in particolare l’area "Guarnieri" è stata interessata per secoli da notevoli attività artigianali, paleoindustriali, manifatturiere e commerciali. Lo sviluppo di questa area si ebbe quando le nobili famiglie veneziane spostarono i loro interessi imprenditoriali e commerciali in terraferma. Alla fine del 1500 o nei primi anni del 1600 i Cappello possiedono tre seghe, varie macine per ridurre il grano in farina ed un filatoio di seta alla bolognese. Andrea Cappello in particolare valorizzò questa area con nuove iniziative e potenziando gli opifici. (A.S. Vicenza, Atto Not. Trentinaglia, 29 maggio 1666). Tra il 1676 e il 1678 viene aumentata la portata della roggia Cappello suscitando vivaci proteste da parte della fraglia degli zattieri (A.S.Vicenza, Atto Not. Merto, 7 marzo 1683). Nel 1700 l’area comprende "edifizi, seghe, maglio da ferro e posta di molini di due ruote" (A.S.Venezia, Beni inculti Vicenza, catastico, foglio 432 verso). Tra il 1702 e 1705 è attivo un "edifizio per chiodi" (A.S. Vicenza, Atto Not. Sebellin, 29 novembre 1702 e 25 gennaio 1705). Nel 1706 ci sono otto seghe di proprietà Cappello (A.S.Vicenza, Atto Not. Sebellin, 7 luglio 1706). Nel 1707 una alluvione sconvolge l’asta della Brenta con danni notevoli agli edifici (A.S. Vicenza, Atto Not. Sebellin, 3 ottobre 1707). Nel 1709 ci sono due filatoi da seta (A.S.Vicenza, Atto Not. G. Merto, 29 ottobre 1709).

Le attività imprenditoriali della famiglia Cappello durano fino al 1798 quando la proprietà viene ceduta a Filippo Gianese quondam Zuanne (A.S.Venezia, Beni Inculti Vicenza, Catastico investiture d’acqua, foglio 432 verso) e, poco dopo, a Milana Girolamo del Fu Giovanni (A.S.Venezia, Sommarione Catasto Napoleonico, S. Nazario).

Nel 1823 il giorno 14 di ottobre, in seguito ad una alluvione abbiamo "lo scompaginamento della rosta milana […] e rottura in un sito di essa" e una nuova alluvione il 9 dicembre 1825 ( Marini GCenni idraulici …, Bassano 1841) . Nel 1848 la proprietà passa a De Bosio Giovanni (A.S. Bassano, Catasto Stabile Austriaco, S. Nazario, partita 626).

Tra il 1859 e il 1868 Guarnieri Geremia quonda Giacobbe compie una serie di acquisti dalle famiglie De Toffoli, De Bosio, Milani, Gianese, Khuen, Zannoni, fino ad avere la proprietà di tutta l’area presso la sponda sinistra del ponte tra Valstagna e Carpanè e i relativi diritti d’acqua (A.S. Bassano, Catasto Stabile Austriaco, S. Nazario, partita 627). L’area considerata la troviamo raffigurata in una stampa di A. Closs del 1874. Nel 1882 una spaventosa alluvione distrugge la briglia di sostegno della roggia e tutti gli edifici sulla riva della Brenta, in particolare la sega e il maglio. La roggia viene riparata e la presa ricostruita più a monta (a.S. Bassano, Catasto Stabile Austriaco, S. Nazario, partita 777; Catasto Unitario, S. Nazario, fabbricati partita 669; La Provincia di Vicenza, articolo del 19 – 6 – 1907). Nel 1885 la ricostruzione è già iniziata, però abbiamo cambiamenti nella destinazione d’uso dei fabbricato e dell’area: "Magazzino Tabacchi" per gli edifici risparmiati dall’alluvione (A.S. Bassano, Catasto Unitario, S. Nazario, fabbricati,partita 669) e la progettazione di una centrale idroelettrica dove prima erano i fabbricati distrutti dalla piena della Brenta.

L’incarico di studiare un nuovo progetto che prevede la realizzazione di una Centrale Idroelettrica con nuova presa e roggia sulla Brenta viene dato all’Ingegner Aristide Gennari dal proprietario Ing. Geremia Guarnieri (La Provincia di Vicenza, articolo del 19 – 6 – 1907). Nel 1907 si costituisce in bassano la "Società di Elettricità G. Guarnieri e C." I nuovi impianti comprendono una briglia sulla Brenta con nuova presa e roggia, una vasca di carico per le condotte forzate che in numero di tre alimentano le turbine della centrale. L’edificio della centrale è descritto sinteticamente come "officina di elettricità, piani 5, vani 16" (A.S.Bassano, Catatso Unitario, S. Nazario, fabbricati, fabbricati, partita 1112). Tra il 1915 e il 1918 la centrale fu in consegna all’esercito per le esigenze di guerra. Il 18 dicembre 1921 diviene proprietà della SADE con ragione sociale: "Società Idroelettrica Val Brenta" e "Società Adriatica di Elettricità" (A.S.Bassano, Catasto Unitario, S. Nazario, fabbricati, partita 1176 e 1255).

Nel 1966 dopo la catastrifica alluvione che sommerse Valstagna, la roggia e i macchinari della centrale rimasero inutilizzabili. Cessata l’attività l’edificio e l’area pertinente alla centrale furono ceduti al Comune di S. Nazario.

MAPPE – RILIEVI

1 - A.S. Venezia, Beni Inculti Vicenza 290 – 93 – 5, disegno del 1703.

2 - A. Gaidon Bassano e Canal di Brenta, disegno, 1805; A.S. Venezia, Miscellanea Mappe.

3 – A. Closs, Valstagna, stampa, 1884, Museo Biblioteca Archivio, Bassano del Grappa.

4 – Catasto Stabile Austriaco, S. Nazario, F.III (1848), Archivio di Stato di Bassano.

5 – Catasto Unitario, S. Nazario F.18 (1905), Archivio di Stato di Bassano.

ARCHIVI

A.S.Venezia, Catasto napoleonico, Sommarione; Beni Inculti; Miscellanea Mappa.

A.S. Bassano, Catasto Stabile Austriaco; Catasto Unitario; fondo notarile.

Biblioteca Civica Valstagna, Fototeca Ferrazzi.

Archivio Parrocchiale Carpanè, Storia di Carpanè, manoscritto del 1935 circa.

Ufficio Tecnico Erariale di Vicenza.

Archivio privato A. Chemin (Campese di Bassano), cartella Archeologia industriale, area Guarnieri.

IMPORTANZA

L’area rappresenta uno dei più importanti ed antichi complessi paleoindustriali del Canale di Brenta con una significativa serie di stratificazioni che rappresentano le fasi salienti della storia manifatturiera e industriale della valle.

PRESCRIZIONI

E’ molto importante salvaguardare ciò che resta degli edifici e delle tecniche costruttive delle diverse epoche.

E’ necessario fare particolare attenzione a particolari attualmente non più interpretati perché appartenenti a tecniche produttive ormai dimenticate. Esempio importante di questo sono, ad esempio i "camini" esistenti tra le colonne della barchessa, che non sono altro che ciò che resta dei fornelli della filanda, trascurare questo particolare sarebbe un cancellare una traccia significativa, ed ormai unica, di una importante epoca della storia della manifattura nel Canale di Brenta.

Molta attenzione meritano le tecniche di copertura antiche (o anche semplicemente "vecchie") presenti ancora negli edifici che non sono stati interessati a ristrutturazioni. In particolare sono da segnalare: la barchessa con le colonne doriche (ex filanda), l’ex magazzino tabacchi e "cartiera Sasso", la centrale Guarnieri.

Vanno salvaguardati gli impianti e ciò che resta della roggia "Guarnieri", ponendo attenzione agli impianti sotterrati che potrebbero restituirci testimonianze antiche risalenti anche ai primordi di questa importante zona paleoindustriale.

PROPOSTE DI VALORIZZAZIONE CULTURALE E TURISTICA.

Sull’area "Guarnieri" sono stati fatti innumerevoli studi, in particolare dal Dipartimento di Landscape della Facoltà di Architettura della Stato del Manitoba (Canada).

Gli spazi esistenti si prestano a molteplici usi, tra questi potrebbe essere interessante raccogliere le testimonianze della storia manifatturiera ed industriale della valle.

 

 

 

3.2 – Comune di S. Nazario, Merlo.

Opificio Fontana.

LUOGO. Comune di S. Nazario, Merlo.

OGGETTO. Opificio Fontana.

CATASTO. F.XIX(1959), part. 217,218,234,235,

CRONOLOGIA. XVII (metà); XX (metà).

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Filatoio e casa padronale, poi ovattificio.

USO ATTUALE. Opificio dismesso. Casa padronale restaurata e abitata.

 

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

PIANTA. Part. 234 rettangolare; part. 217 irregolare.

COPERTURE. Part. 234 tetti a due falde in eternit; part. 217 tetti a più falde in coppi.

VOLTE O SOLAI. Part. 234 solai con travi in ferro; part. 217 solai con travi in legno; volte a botte e crociera sulle scale.

SCALE. Part. 217 scala unica longitudinale in quattro rampe poggiata su volti e muri.

TECNICHE MURARIE. Muri in mattoni e pietre con intonaco liscio.

PAVIMENTI. Part. 217: alla veneziana con decorazioni; part. 234: in cemento e in piastre di pietra.

DECORAZIONI ESTERNE. Porta della filanda con cornice in pietra bugnata, con mascherone alla chiave di volta; sulla facciata sono ancora leggibili le sagome di due stemmi araldici. Facciata della casa padronale: poggiolo con balaustra.

DECORAZIONI INTERNE. Frammenti di affreschi nella casa padronale.

STRUTTURE SOTTERRANEE. Il "primo piano" sottostante al piano di ingresso dalla strada posta ad Est è parzialmente appoggiato al terrapieno a monte. Le fondazioni sono parzialmente su pietra.

DESCRIZIONE.

Opificio.

1 - E’ un antico filatoio da seta, ora ex ovattificio, costruito sulla riva destra della Brenta e fiancheggiato da una roggia con antica opera di difesa sul fiume.

Attualmente si trova molto più in basso rispetto al livello della attuale strada che lo fiancheggia. La pianta è rettangolare allungata sul fiume e rispecchia fedelmente l’impianto antico.

2 - L’edificio si sviluppa lungo il fiume, attualmente è caratterizzato da una grande sala con gli impianti principali che si sviluppano in altezza per tre piani; attigui ci sono locali per officine, amministrazione e magazzini con montacarichi, disposti su tre piani.

3 – Il prospetto sulla strada è caratterizzato dall’antico portone d’ingresso con cornici in pietra bugnata con alla sommità un mascherone. Di fianco ci sono tracce di due stemmi dipinti a fresco.

Sul fiume il prospetto Ovest è caratterizzato dalla roggia con le opere di difesa. La parete dell’opificio presenta in basso una cordonata in pietra e finestre disposte su due lunghe file sovrapposte come era d’uso negli "edifizi" da seta antichi.

4 – All’interno dell’edificio ci sono ancora i macchinari dell’ovattificio e molti degli attrezzi delle officine.

L’insieme è una testimonianza unica e preziosa degli insediamenti industriali nel Canale di Brenta.

Casa padronale.

1 – L’edificio costituente l’antica casa padronale è addossato alla strada ed è posto su un pendio che porta alfiume. La pianta è irregolare.

2 – La casa padronale è articolata su tre piani completamente fuori terra e altri due seminterrati. Elemento caratterizzante è la scala impostata su volte a botte intonacate e con gradini e pianerottoli in pietra. All’ultimo piano vi è una grande soffitta.

3 – Il prospetto sulla strada presenta, al primo piano, una porta finestra con balaustra in pietra. L’innalzamento della strada rispetto all’antico piano di scorrimento ha alterato i rapporti volumetrici del prospetto.

Sulla spianata di servizio tra i due edifici, verso la Brenta, il prospetto è caratterizzato dalla canna esterna di un grande camino sovrastante la porta di accesso alle cantine. Tutte le finestre hanno davanzali e architravi in pietra a vista.

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE.

Ilcomplesso costituito da "edifizio per seghe, un secondo per macina da grano, un terzo da un filatoio di seta" è caratterizzato dal trovarsi di fronte all’antico porto fluviale di Oliero e il fiume ha quindi una portata d’acqua aumentata dalla "fontana dell’Oliero" che permette, con una breve roggia, di mettere in moto le ruote di più opifici.

Le caratteristiche costruttive portano a datare l’insieme degli edifici, come gran parte degli opifici sorti lungo l’asta della Brenta, alla seconda metà del 1600.

Il 15 febbraio 1684 le concessioni d’acqua sono registrate a nome di Bernardin Pelizzari e Bosello Francesco: "contrada del Merlo, rosta d’acqua del Brenta , mole da segar legnami" e "conferma di una posta di sega sul Brenta" (A.S.Ve., Beni Inculti Vicenza, Catastico carte 429, verso; Beni Inculti Vicenza, alla voce San Nazario, busta n° 389). Nel 1705 è documentato per la prima volta un filatoio in un contratto d’agenzia tra Valentin Massari proprietario e Francesco Guarnieri (A.S.Bassano, Atto Not. G. Sebellin, 30 sett. 1705). L’anno seguente Valentin Massari risulta proprietario di quattro seghe (A.S.Bassano, Atto Not. G.Sebellin, 7 luglio 1706). La famiglia Massari risultaancora proprietaria delle "seghe" il 20 marzo 1752 e il 22 dicembre 1799 (A.S.Venezia, Beni Inculti Vicenza, Catastico, carte 446). Con la caduta delle Serenissima, come per altri opifici della valle, cambiano i proprietari; nel 1811 gli opifici sono intestati a Molini Gasparo del fu Giuseppe. Nel Sommarione del Catasto napoleonico troviamo: "luogo ad uso deposito per legname", "molini a tre ruote", "seghe a due ruote", "edificio da setta a quattro ruote" (A.S.Venezia, Catasto napoleonico napoleonico, Sommarione, S.Nazario, vol. n°830). Nel 1848-1852 lo stesso Molini Marco quondam Giuseppe risulta proprietario di tutta l’area, compresa la casa padronale (A.S.Bassano, Catasto Stabile Austriaco, S. Nazario, Partita 1355). La redazione del 1855 delle mappe catastali registra un nuovo edificio sullo slargo tra la casa padronale e la Brenta. Il 20 maggio 1857 Negrello Giovanni quondam Antonio è il nuovo proprietario del filatoio, della casa padronale e della sega (A.S.Bassano, Ctasto Stabile Austriaco, S. Nazario, part. 1351). Il mulino da grano, che non è intestato al Negrello incomincia una sua storia separata.

Nel 1875 sono intestati ai Negrello "una sega da legnami ad acqua", una "casa di 4 piani, 24 vani" (A.S.Bassano, Catasto Unitario, S. Nazario, fabbricati, partita 542). Nel 1887-88 le proprietà dei Negrello divise tra vari eredi sono di nuovo riunite nelle mani di Fabris Felicita fu Alvise vedova Negrello;nel frattempo le proprietà si sono estese oltre l’area degli opifici verso la contrada del Merlo (A.S.Bassano, Catasto Unitario, S. Nazario, terreni, part. N° 759, 765, 769, 812). Il "filatoio fuori uso" sulla riva della Brenta risulta nel 1890 di "piani 2, vani 11". Nel 1901, il 19 ottobre, il filatoio è acquistato da Forcellini Domenico e Pozzobon Alessandro (A.S.Bassano, Catasto Unitario. S. Nazario, fabbricati, part. 855).

Il 31 – 8 – 1914 Marzotto Ing. Alessandro fu Gaetano acquista il filatoio e il 27 marzo 1915 il mulino da grano ad acqua (A.S:ì.Bassano, Catasto Unitario, S. Nazario, fabbricati, part. 856). Evidentemente l’Ing. Alessandro marzotto figlio di Gaetano fondatore dell’omonima industria laniera di Schio, pensava di utilizzare a scopo industriale gli antichi edifici dei mulini e del filatoio.

La casa padronale e la segheria vengono venduti a Cavallin dott. Arturo, a Mazzuoli Gian Domenico e a Mearelli Stefano, per essere poi riacquistati dai Negrello nel 1913 (A.S.Bassano, Catasto Unitario, S. Nazario, fabbricati, part. 915, 833, 865, 978).

Il 29 – 7 – 1943 la proprietà è di Lazzari Alessandro, cui succedono Lazzari Monsignor Pietro, Lazzari Giuseppe Bruno (A.S.Bassano,Catasto Unitario, fabbricati, part. N° 1279,1311).

Nel 1953 una delle stanze del pianterreno risulta adibita ad "aula scolastica"; si tyratta della "scuola di agricoltura", come appare anche da una lapide apposta sul muro esterno.

Il 28 – 12 – 1960 Fontana Baldassare e Paolo acquistano la casa padronale e l’antico edificio del filatoio di "piani 2, vani 11" (A.S.Bassano, Catasto Unitario, S.Nazario, fabbricati, part. 1256.1553). L’edificio del filatoio fuori uso viene quindi ripristinato dai fratelli Fontana che ne faranno un ovattificio.

Centrale idroelettrica

Il "mulino da grano ad acqua con la casa che si estende sora" viene acquistato il 15 – 3 – 1931 dalla Società Anonima Veneta Impianti Elettrici. Nello stesso anno il "filatoio fuori uso", il mulino da grano ad acqua e la "casa che si estende sopra" sono dichiarati "area di fabbricati demoliti" . Al posto del mulino, nel 1935, fu edificato un piccolo impianto idroelettrico da parte della Società Idroelettrica Val Brenta (A.S.Bassano, Catasto Unitario, S. Nazario, fabbricati, partite 1015, 1197, 1176, UTE Vicenza, scheda 009716). Nel 1943 avviene una fusione di Società con la SADE.

Nel 1959 Baldassare e Paolo Fontana acquistano parte dell’area lungo la Brenta.

Il piccolo impianto idroelettrico sarà distrutti dall’alluvione del 1966.

 

MAPPE – RILIEVI

1 - A.S. Venezia, Beni Inculti Treviso 43/12, 8 marzo 1704 con iconografia.

2 - A.S. Bassano, Catasto Stabile Austriaco, S. Nazario, F. XXXV, F. 25.

3 - A.S. Bassano, Catasto Unitario, S. Nazario, F.XIX.

ARCHIVI

A.S. Venezia, Beni Inculti

A.S. Bassano, Catasto.

A.UTE Vicenza.

A. privato Chemin (Campese di Bassano),cartella Archeologia Industriale,Opificio Fontana al Merlo.

 

 

 

 

 

4.1 – Comune di Solagna, Solagna.

Filanda Secco ex Magazzino Tabacchi.

LUOGO. Comune di Solagna, Solagna, Filanda Secco.

OGGETTO. Filanda, poi ex magazzino Tabacchi.

CATASTO. F. XII (1929), particella 197.

CRONOLOGIA. 1852.

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Filanda da seta.

USO ATTUALE. Magazzino comunale nella parte più vecchia.

 

 

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

PIANTA. Due corpi rettangolari sfalsati tra loro.

COPERTURE. Tetti a quattro falde, laterizio.

VOLTE O SOLAI.. Volte a botte con vele in mattoni intonacati, al piano terra dell’edificio Nord.

SCALE. Due scale interne, a sei rampe, poggianti su muri.

TECNICHE MURARIE. Muratura in mattoni intonacati a calce.

PAVIMENTI. Piano terra e piano primo pietra a riquadri; tavole di legno al secondo piano.

DECORAZIONI ESTERNE. Portone con cornice in pietra sovrastato da marcapiano, davanzali delle finestre in pietra.

DECORAZIONI INTERNE. Colonne esagonali monolitiche in pietra con capitelli e basamenti sbozzati semplicemente ma con eleganza.

ARREDAMENTI. Ringhiera della scala principale, presso l’entrata, in ferro e legno decorati.

 

DESCRIZIONE.

1 – Si tratta di due edifici intercomunicanti, a pianta rettangolare e sfalsati tra di loro; questo è dovuto al fatto che l’edificio a Nord è stato costruito su una antica sede stradale ancora presente a Nord dell’edificio più a Sud e che costituisce, ora, un vicolo cieco.

2 – L’edificio Nord conserva abbastanza fedelmente l’impianto originario. Le scale presso il portone d’ingresso sono di buona fattura; il piano terra con la copertura a volte è ancora quello originario. Il primo piano è sostanzialmente un grande salone con due file di colonne monolitiche in pietra e conserva sul pavimento le tracce degli impianti della filanda.

3 – I prospetti esterni sono caratterizzati dalle file regolari di finestre dei piani superiori che richiamano le funzione industriale tipica dell’edificio.

4 – Al piano terra gli ambienti prendono luce da grandi finestre a lunetta di buona fattura.

5 – L’edificio posto a Sud ha subito pesanti interventi che ne hanno snaturato la primitiva eleganza.

 

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE

L’edificio fu costruito da Andrea Secco quondam Giovanni Battista, famoso personaggio di Solagna impegnato politicamente nella difesa dei coltivatori di tabacco del Canale di Brenta e senatore del regno, nel 1852 come "fabbricato ad uso filanda da seta" , (A.S. Bassano, Catasto Stabile Austriaco, Solagna, F.20 allegato L, particelle 2410,2409, partita 1074).

Lo troviamo registrato senza variazioni negli anni 1862 e 1877. Nel 1895 cessa il suo utilizzo come filanda da seta e diviene "magazzino di ricevimento e deposito tabacchi" di "piani 3, vani 7". Il proprietario è Secco Nicolò fu Andrea (A.S. Bassano, Catasto Unitario, fabbricati, Solagna, partita 402). Il 3 giugno 1909 il fabbricato passa in proprietà per compravendita a Boccardini Giovanna fu Paolo maritata Serena che è proprietaria anche della casa padronale adiacente. L’edificio è sempre "locali per magazzino e deposito tabacchi", però vi si aggiunge nel cortile di ingresso a Nord un "corpo di guardia di finanza" (A.S. Bassano, Catasto Unitario, terreni, partita 601; Archivio UTE Vicenza, scheda n° 13028605). Il 25 giugno 1944 ne diviene proprietaria Spinello Giuditta fu Vittorio. Nel 1951 è registrato come Magazzino tabacchi . Cessata l’attività di magazzino tabacchi fu usato per breve tempo come magazzino di mobili, attualmente è di proprietà comunale.

La parte che sostanzialmente è rimasta intatta dall’anno di costruzione è l’edificio Nord; l’edificio Sud conserva solo la pianta e la suddivisione in piani della struttura originale.

 

MAPPE – RILIEVI

A.S. Bassano, Catasto Stabile Austriaco, F.20, allegato L; Catasto unitario.

U.T.E. di Vicenza, scheda relativa.

Archivio Comunale di Solagna, pianta e alzati dello stato attuale.

ARCHIVI

A.S. Bassano, Catasti.

Archivio U.T.E. Vicenza.

Archivio Comunale di Solagna

Archivio privato A. Chemin , cartella Archeologia industriale, Filanda Secco.

 

 

4.2 - Comune di Solagna, Solagna.

Calcara.

LUOGO. Comune di Solagna, Solagna, località Fossà.

OGGETTO. Calcara, poi ex Fornace da calce.

CATASTO. F. XII (1929), part. 506,391, 491.

CRONOLOGIA. Part. 506 sec. XX(1902), part. 391 sec. XX(1929).

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Fornaci da calce.

USO ATTUALE. Part. 391 restaurata, studio di progettazione. Part. 506 in rovina (proprietà Comune di Solagna).

 

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

PIANTA. Part. 506 rettangolare; part. 391 irregolare.

COPERTURE. Part. 506:distrutta; part. 391 tetti in laterizio.

VOLTE O SOLAI.. Part. 391 solai ricostruiti.

SCALE. Part. 391 scala ricostruita.

TECNICHE MURARIE. Muratura in mattoni con intonaco colorato con pigmenti di roccia locale.

PAVIMENTI. Ricostruiti.

DECORAZIONI ESTERNE.

STRUTTURE SOTTERRANEE. Camere di scarico della calce e bocche da fuoco nel rudere della particella 506.

 

DESCRIZIONE.

A– Particella 506.

 

 

 

 

  1. Edificio a pianta rettangolare costruito in fossa scavata nel pendio e aperta ad Ovest (accesso alle bocche da fuoco e alle camere di scarico).
  2. Parte inferiore sotterranea con accesso protetto da tettoia (crollata) ottenuta collegando due pareti opposte della fossa. Al livesso superiore si aprono tre bocche da fuoco con arco a tutto sesto. Alla sommità del forno si individua il resto (ora crollato) di uno dei pilastrini che sorreggeva la tettoia superiore. Altro piccolo locale collegato con il forno principale (forse una preesistenza) si apriva a metà del fianco Nord.

Il tutto è sostenuto, esternamente, da muri di contenimento a secco.

3 - L’impianto è collegato alla strada dal lato aperto della fossa.

B – Particella 391.

1 – Pianta irregolare caratterizzata dal forno a tino affiancato da edifici di servizio. L’impianto è addossato ad un muro costruito in conci irregolari di pietra sul quale spiccano file regolari di presunte buche pontaie in mattoni; costituiva il muro di contenimento del materiale scavato nella cava immediatamente a monte e utilizzato per ricavare la calce nella fornace.

2 - Il forno a tino è l’elemento caratterizzante anche del paesaggio. All’esterno esiste ancora il meccanismo di carico del materiale. All’interno, al piano superiore, si aprono tre bocche da fuoco. Il tino presenta ancora la caratteristica "camicia" in materiale refrattario.

3 – Quando il complesso era in attività era servito da un raccordo ferroviario per il carico della calce. Esiste ancora (restaurata) la tettoia per la sosta dei carri ferroviari.

 

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE.

A– Particella 506.

Il complesso è registrato per la prima volta dalla Regia Intendenza di Finanza il 30 aprile 1902 in seguito alla "lustrazione territoriale" eseguita nell’anno 1901. Il preesistente prato risulta frazionato in "fornace da calce" e "prato" (A.S.Bassano, Catasto Stabile Austriaco, Solagna, partita n°1916 e foglio delle variazioni). Il 19 - 12 – 1899, Cortimiglia Guglielmo, Gaetano, Carlo, Estella, del fu Giuseppe acquistarono l’area e nel 1902 è già costruita una fornace da calce a tre bocche a fuoco continuo (A.S.Bassano, Catasto Unitario, Solagna, partita 450; Petizioni Solagna, busta 3534, anno 1999). Nel 1922 unico proprietario è Cortimiglia Giuseppe (A.S.Bassano, Catasto Unitario, Solagna pertota 450). Dopo il 18 marzo 1922 il complesso non è più menzionato. Dal 1926, anno dell’entrata in funzione della nuova fornace cadde in disuso e poi in abbandono. Attualmente è in rovina.

La presenza della cava autorizza ad ipotizzare la presenza di "calcare" rudimentali anche prima del 1902.

B – Particella 391.

La costruzione è registrata per la prima volta nel Catasto Unitario alla data del 21 agosto 1929 come "forno da calce e magazzino, piani 1 vani 3" (A.S.Bassano, catasto Unitario, Solagna, partita 535). L’attività estrattiva e di produzione della calce dura parecchi anni; nel 1953 al giorno 7 di novembre è registrata semplicemente come magazzino e passa in proprietà a Steven Angelina, moglie del defunto proprietario Cortimiglia Giuseppe (A:S.Bassano, Catasto Unitario, Solagna, fabbricati partita 1407). Attualmente la fornace è di proprietà pri8vata ed è stata restaurata.

Il complesso è vicino ai ruderi medioevali della Torre di Solagna cui era collegato con un sentiero ora scomparso. Nell’area del complesso è presente una caverna artificiale a più vani, ora in parte ostruita, dal probabile uso di polveriera a servizio della cava. Nelle rocce immediatamente a Sud ci sono le fortificazioni in caverna della cortina difensiva costruita durante la prima guerra mondiale.

MAPPE – RILIEVI

A.S.Bassano, Catasto Stabile Austriaco, Solagna F.XXV; F. 21. Catasto Unitario,F.XII.

ARCHIVI

 

 

  1. S. Bassano, Catasto.

Museo, Biblioteca, Archivio, Bassano del Grappa.

Archivio privato Chemin (Campese di Bassano), cartella Archeologia Indistriale, Calcara di Solagna.

IMPORTANZA.

Sono le uniche fornaci da Calce ancora esistenti nel canale di Brenta. Testimoniano il particolare rapporto tra le attività produttive e l’ambiente. E’ da notare come queste fornaci prelevavano il materiale non dal greto della Brenta, come avviene per le fornaci a valle, ma direttamente dalla costa del monte.

LAVORI DA ESEGUIRE

La fornace più antica, ora in rovina, abbisogna di un recupero. Restaurata costituirebbe un notevole esempio di archeologia industriale e potrebbe essere sede di una installazione museale.

PROPOSTE DI VALORIZZAZIONE CULTURALE E TURISTICA

L’area delle fornaci è contigua a quella della Torre di Solagna e alle fortificazioni in roccia della guerra mondiale del 1915-1918. L’insieme potrebbe costituire un piccolo ma interessante Parco Storico Archeologico con valenze anche di carattere naturalistico-ambientale.

 

 

6.1 – Comune di Bassano del Grappa, Campese,

Filanda. Complesso "Damiani"

LUOGO. Campese.

OGGETTO. Filanda, essicatoio, casa padronale, spaccio, presa sulla Rea.

CATASTO. F. 4 (1963), PART. 763,764.

CRONOLOGIA SEC. XVIII (1711 – 1717); XIX (1812)¸XX (1926).

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Filanda, casa padronale, essicatoio, spaccio

USO ATTUALE. Unità residenziale, casa padronale con rustico, negozio alimentari.

 

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

PIANTA. Pianta generale ad L, irregolare.

COPERTURE. Tetti a più falde, su travi di legno, manto di copertura in coppi

VOLTE O SOLAI.. Solai in travi di legno con controsoffittatura piana.

SCALE. Scale con gradini di pietra su muro per la casa padronale e lo spaccio.

TECNICHE MURARIE. Muratura in mattoni e blocchi di pietra con intonaco liscio.

PAVIMENTI. Alla veneziana e in cotto, in legno ai piani superiori.

DECORAZIONI ESTERNE. Finestre e porte con sagomature in pietra nella casa padronale; cornici e sagome in marmorino e legno nello "spaccio".

DECORAZIONI INTERNE. Decorazioni a fresco o a tempera sottostanti lo scialbo in calce del salone passante al piano terra della casa padronale; ancora da esplorare.

STRUTTURE SOTTERRANEE. Canalette di derivazione dell’acqua.

 

DESCRIZIONE.

Il complesso sorge sulla sponda della sorgente Rea, ai piedi del monte e si estende fino al nucleo antico del paese.

Filatoio da seta. L’edificio del filatoio da seta alla nolognese (il più antico) è stato demolito negli ultimi anni ‘70; al suo posto è stata costruita una unità residenziale (appartamenti) sulla stessa pianta e con la stessa volumetria alterando però il prospetto caratterizzato da lunghe file di finestre per l’areazione.

Casa padronale. L’edificio è a pianta rettangolare e si articola su un piano terreno, un piano nobile e una soffitta con il tetto sormontato da una "torre", esistente fin dall’origine, con terrazza praticabile e scala di accesso esterna.

Il prospetto sul cortile è caratterizzato dalla facciata in marmorino e dalla porte principale con arco a tutto sesto. Le cornici delle finestre e delle porte sono in pietra.

Filanda. E’ un lungo edificio affiancato alla casa padronale. Si articola su un piano terreno caratterizzato da portici, in parte chiusi, con pilastri e architravi. Il piano superiore è costituito da un grande essicatoio con una fila di ampi finestroni sulla facciata Sud, usato un tempo per filanda e poi per il tabacco. Affiancata c’è ancora l’alta ciminiera in mattoni a vista sormontata da un vecchio parafulmine.

Edificio per "spaccio birra". L’attuale edificio è l’esito di una ricostruzione del 1926 in stile ecclettico, il cortile è chiusa da un pregevole cancello in ferro battuto.

 

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE

L'insieme di installazioni e di edifici si estende dalle sorgenti della Rea fino al nucleo antico del paese.

Una presa d'acqua risalente ,nella sua sistemazione attuale, ai primi anni del 1900, invia l'acqua ad una piccola canaletta in pietra costruita negli anni intorno al 1717 e che alimenta gli impianti della filanda e del filatoio.

Il complesso era costituito inizialmente da un filatoio (abbattuto nel 1983) e da una casa padronale cui vennero poi affiancati degli annessi rustici. La proprieta' si estendeva, oltre che agli edifici , ai giardini e alle corti prospicienti la facciata sud, a gran parte del vasto brolo verso il monte e al castel vecchio (la casa detta "de Camoi"). Nel 1882 verra` costruita la filanda caratterizzata dalla grande ciminiera in mattoni sormontata da un parafulmine.

La storia di questo importante edificio dell'archeologia industriale del Canale di Brenta inizia ufficialmente il 2 febbraio 1711. Sotto la loggia del monastero si riuni` la Convicinia Generale, convocata, secondo la prassi, dal decano e fu presa questa decisione:

...Fu sempre desiderabile da questa comunita` l'eretione d'un edificio da seta alla bolognese per impiegravi di questo popolo a solievo della poverta` et venendosi in questo punto rifferito dal signor nostro sindico e Governatori, che il signor Paolo Perli quondam Alessandro da Valstagna et signor suo Prencipale sijno per edifficarne uno di non picciola grandezza, che dara` grande utila a questo luogo pero` cio` da questa General Vicinia considerato risolve di dar animo a detti signori et per farli conoscere la gratitudine che hanno per tal costruzione che vada parte con cui aversi concesso a detto signor paolo perli et signor suo Prencipale di valersi di cinque lodoli o pioveghi per cadauna famiglia habbitante in questo commune gratis; che doverano aver di persone sufficienti, et questi servir debbano per radunare e condurre pietre e sabione al luogo della Fabrica et far quell'altro che ocorresse dentro delli cinque rodoli o pioveghi sudetti qualli pioveghi dovra` il nostro sindico approntare di sera in sera quella quantita` che gli sara` ordinata per lavorar la matina infragionta , et cio` ad ogni richiesta di essi signor Paolo e Prencipale, et perche` detti signori conoscano il nostro buon affetto dechiariamo che se nell'erezione, a fin al stabilimento dell'edifficio stesso insorgiesse qualche duno sia chi esser si voglia, che sotto qualsiasi pretesto tentasse voler impedir l'edifficatione dell'edeficio medesimo, adesso per all'hora ordiniamo al nostro Sindico e Governatori presenti, che pro tempore saranno, che in nome di questa Generalita` assumere debba la difesa per detti signori..., con tutti gli atti di giustizia che occorressero sino che resti libero a medesimi signori l'edifficatione stessa, con condizione pero` che detti signori contribuirano a questa Comunita` tutte le spese degli avocati, et viaggi che facesse bisogno..." .

Il documento e` una testimonianza evidente di una volonta` comune di trovare una dignitosa via d'uscita al problema dell'occupazione da parte della Comunita` campesana e di favorire l'investimento di capitali che vengono da fuori. L'edificazione di questi importante edificio e` un esempio di collaborazione tra il pubblico e il privato per giungere ad una utilita` comune.

I giorni 8, 14 giugno e 3 luglio viene pubblicata la supplica del signor Bortolo perli per l'uso delle acque della Rea. Non essendo oppostosi alcuno, il 5 agosto viene innoltrata la supplica alla magistratura dei Beni Inculti a Venezia ,per l'uso delle acque della Rea e la costruzione di un nuovo "edificio" per un orsoglio alla bolognese.

Nel 1713 , il 12 marzo viene definita una stipula di contratti per acquisire il terreno occorrente ad edificare il filatoio e la casa padronale.

1717. L'opera e` compiuta. Il giorno 8 aprile viene chiesta l'iscrizione dell' "edifizio" nei catastici dei Beni Inculti.

1718. Il complesso viene ceduto ai Caffo cui di fatto i Perli avevano fatto da prestanome.

1725. Disegno ad acquerello in data 20 novembre , con mappa dei beni di Bortolo Caffo.

1766. Nuovi proprietari sono gli Zannini.

1811. La proprieta` passa alla famiglia Tommasoni.

1813. "Casa con filatoi da seta di uso proprio" , sempre di proprieta` dei Tommasoni.

1844. Per la prima volta e` registrato oltre al "filatoio da seta ad acqua" un "fabbricato per azienda rurale ed in parte casa di villeggiatura".

1873. Vendita da parte di B.Tommasoni a V.Zatta di un "edificio ad uso di filatoio da seta con casa domenicale e barchessa, con investitura dell'acqua detta la Rea".

1882. Viene costruita la nuova filanda da seta. La nuova situazione edilizia e` cosi` sinteticamente descritta: "casa di piani 4, vani 15","filanda da seta di piani 2, vani 13","filatoio da seta piani 4, vani 7.".

1891. Nuovo proprietario e` Carussi Guglielmo.

1912. La proprieta` passa a Prete Luigi ; la filanda cessa l'attivita` e viene installata una "fabbrica di birra e ghiaccio" con relativa " sala per vendita birra". Nei preliminari per la vendita in data 6 marzo 1910 i signori Carussi fanno annotare :"Si avverte inoltre che l'originario proprietario ha sempre permesso agli abitanti di Campese di lavare nel canale, che porta l'acqua alla turbina, sempre pero` fuori dei cancelli." Nello stesso preliminare si accenna all'opportunita` di eseguire nuovi lavori di restauro alla presa sulla Rea.

1926. La "sala per vendita birra" diventa l'attuale costruzione di stile ecclettico.

1932. Per successione i nuovi proprietari sono Damiani Giuseppe e Battista fu Gaetano.

L'attivita` duro` , con fasi alterne, fino al 1948, quando l'edificio industriale piu` antico, verso la Rea fu ceduto all'Industria Conciaria Artigiana di G.Giolai e trasformato in conceria e locali per la lavorazione delle pelli.

MAPPE – RILIEVI

Archivio di Stato di Venezia, Beni Inculti Tv – Friuli, mappa rappresentante il corso della Rea.

Catasto napoleonico.

Archivio di Stato di Bassano, Catasto Stabile Austriaco, Campese.

Catasto Unitario, Campese.

Archivio privato Sartori, Bassano, mappa del 1722.

ARCHIVI

Archivio di Stato di Venezia, Beni Inculti.

Catasto napoleonico, mappe e sommarione

Archivio di Stato di Bassano, Catasti.

Archivio Arcipretale di Campese

Archivio privato Trevisani, Campese di Bassano.

Archivio privato Sartori, Bassano.

Archivio privato Chemin, Campese di Bassano, cartella archeologia industriale.

CORSO DELLA REA: MAPPA DEL 1711.

Archivio di Stato di Venezia . Beni Inculti Treviso-Friuli; rotolo 465, mazzo 47, disegno 10.

Campese: settore dalla chiesa di S. Martino al Brenta.

Autore: Domenico Piccoli perito ordinario. Tomasoni girolamo perito straordinario.

Supplicante: Perli Bortolo.

Anno : 1711, 5 agosto.

Dall'indice B.I. ,vol . n.45: " Perli Bartolomeo. Concessione di costruire un filatoio sull'acqua della fontana Rennella (sic!). 1712, 6 aprile; busta n. 394).

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legende:

L.D. adi 5 agosto 1711 in Venezia.

Portatomi io Domenico Piccoli perito Ordinario al Magistrato Eccelentissimo de Beni Inculti nella villa di Campese territorio di Marostica in compagnia di Dno. Gorolamo Tomasoni Perito Estraordinario e cio` in ordine alle Commissioni di detto eccelentissimo magistrato : 3 giugno ultimamete scaduto rilasciate a favor de la supplica portata in offitio li 19 febraro 1710 a nome del Signor Bortolo perli et esseguendo in tutte le sue parti le commissioni stesse, ho formato con Venti (= direzioni) e Misure il presente dissegno, nel quale particolarmente resta distinto il sitto ove il Signor Supplicante intende costruire una fabbrica con edeffitio da fillatoggio per lavorar sede alla bolognese, a sevirsi dell'acqua della Fontana detta la Rea nel presente annotata e delineata di rosso et in conformita` di quello resta connotato, e destinto, e come in questo s'osserva in fede di che S. io Domenico Piccoli sudetto affermo di mano propria.

indicazioni con la mano:

- La mano indica le fontane, de quali il Sig. Supplicante intende investirsi, e dell'acqua della medesime valersi ad uso dell'Edeffitio alla bolognese supplicato, con facolta` d'escavarle, e profondar l'alveo per ricever la necessaria decaduta, il tutto a beneffitio dell'Ediffitio sudetto.

- Nel presente sitto andra` costrutta una porta per ricever l'acqua sufficiente al bisogno del supplicato edeffitio, e per tal effetto nel fondo et attraverso l'alveo dell'acqua stessa dovera` esser posto un soggier di pietra in altezza tale , che non impedischi, ne alteri la superficie dell'acqua et in olotre lassi scorrer il sopra piu` nell'alveo stesso e cio` nelli tempi d'abbondanza d'acque.

- Sitto ove intende il Signor Supplicante di costruir l'edeffitio da seda alla bolognese sopra beni di sua ragione.

- Doppo servito l'acqua all'edeffitio supplicato, per via d'un volto sotterraneo ritornera` a scorere nel proprio alveo.

-Folo di panni delli Signori Aronzi.

- Cartera delli Signori Aronzi.

- Molini delli signori Aronzi.

6.4 – Comune di Bassano del Grappa, Campese.

Ex filatoio di Bortolo Venzo sulla Brenta, detto

"Casa dei Paea".

LUOGO. Campese, via Brenta.

OGGETTO. Ex filatoio, ora "Casa dei Paea".

CATASTO.

CRONOLOGIA Sec. XVIII (fine).

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Filatoio da seta

con orsoglio alla bolognese

USO ATTUALE. Casa di abitazione.

 

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

PIANTA. Irregolare

COPERTURE. Tetto a più falde con manto in coppi.

TECNICHE MURARIE. Muratura in blocchi di pietra e mattoni di riporto.

 

DESCRIZIONE.

L’edificio sorge sulla riva della Brenta e poggia in parte su un masso di roccia. A monte, verso Nord, una ripida discesa porta ad un guado sul fiume. Sul lato verso la Brenta esiste ancora una vecchia muratura che sosteneva i meccanismi collegati alle ruote idrauliche; l'area dell’edificio industriale è ora occupata dal prato prospiciente la casa padronale.

 

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Alla fine del 1700, sulla riva della Brenta, di fronte alla Sega fu costruito un "edificio da orsoglio alla bolognese".

Le difficoltà dovute al luogo, vista l'altezza della riva del fiume, furono risolte, come si può vedere dal disegno con molta ingegnosità.

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Didascalie:

- relazione: " Disegno formato da me sotto scritto con il perito estraordinario S. Michiel Girolamo Maffioletti, in obbedienza al mandato del Magistrato eccelentissimo de B[eni] I[nculti] rilasciato li 15 genaro scaduto sopra la supplica nell'Eccelentissimo collegio presentata li 3 dello stesso, e riprodotta poi nel presente Gravissimo Magistrato nel giorno 5 pur del medesimo, per nome del signor Bortolo venzo nel quale con metodo e misure si vede delineato il sito, ove esso supplicante implora poter erigere ed piantare un edifficio a orsoglio alla bolognese sopra la Brenta in villa di Campese territorio di Marostica prendendo l'acqua dalla Brenta medesima col mezo di una ruota a casselle marcata A , e conducendola, come dimostra la linea rossa per l'artefatto canale segnato B B a girare l'altra ruota del supplicato edificio distinta con lettera C , restituendola adempiuti gl'usi supplicati ivi subito in Brenta alla lettera D eseguendo tutte quelle operazioni che nel medesimo sono delineate al quale aver si dovrà sempre intera relazione.

Giulio Giuliani perito ordinario

[annotazione sotto la firma, in corsivo:]

adi 11 febraro 1783. Disegno inviato al Magistrato de Beni Inculti per me Giulio Giuliani Perito ordinario assieme con la relazione segnata del presente giorno.

- in alto :" scoglio, o sasso naturale in Brenta".

La soluzione ingegneristica è piuttosto singolare: uno " scoglio, o sasso naturale in Brenta", crea un gorgo nella corrente d'acqua, una ruota detta nella relazione "a cassette" (in realtà una noria), solleva l'acqua fino al canale artificiale segnato B B che mette in moto la ruota C che fornisce il movimento all'edificio da orsoglio, restituendo al fiume , dopo un brevissimo percorso, la preziosa quantita` d'acqua prelevata.

Ciò che più è notevole in questa concessione d'uso delle acque è la preoccupazione che l'equilibrio del fiume non venga in alcun modo alterato : "... Rimessa al magistrato suddetto dall'eccelemtissima consulta la supplica stessa per l'informazione rellativa alle sudette ispezioni, appresentatovi il disegno predetto abbiamo ordinato al perito Ingegner Scalfarotto l'esame della qualità dell'edificioo da instituirsi, della quantità dell'acqua, che deve esser estratta, e della conseguenze, che l'uso dell'acqua stessa potrebbe apportar al fiume. Dalla relazione del predetto perito ingegnere riteniamo , che dal solo corso dell'acqua deve esser animata la ruota, che la sua posizione non altera per niente tutti gl'usi del fiume in quel sito che la quantità dell'acqua da estraersi non può essere che in minima quantità, e che questa deve inviare riversarsi nel fiume alla distanza di poche pertiche dal luogo della sua estrazione. Da tutto ciò è chiaro che l'implorato edificio non può essere che d'innocente efetto, come sono tan'altri simili frapposti tutti del fiume, e quindi riteniamo che sia la supplica dell'eccelentissimo senato esaudibile, come quella che salvo lasciando ogni riguardo del fiume stesso porta certamente aumento all'industria e all'ingegno de' sudditi."

Per capire che le acque del fiume fossero preziose basti pensare alle numerosissime installazioni che utilizzavano l'acqua della Brenta; le prese delle roste quasi sempre attraversavano tutto il corso del fiume che era utilizzato per la navigazione fluviale che si svolgeva con le zattere e per la fluitazione del legname. Tutte le opere di presa ponevano quindi dei problemi non lievi, era necessario prevedere al centro di ogni presa delle "porte" che permettessero il transito delle zattere e del legname, la quantità d'acqua prelevata poi non poteva essere tale da impedire la navigazione e la fluitazione, specialmente nei periodi di magra era necessario arrivare ad un accordo tra gli interessi contrapposti degli zattieri in particolare e i concessionari delle prese d'acqua; da questo si capisce la preoccupazione che l'acqua prelevata venga restituita al fiume per essere ulteriormente utilizzata. L'energia idraulica, oltre a quella animale e umana era l'unica forma di energia motrice disponibile e per questo si spiega l'uso intensivo che veniva fatto a questo scopo di qualsiasi corso d'acqua e della cura che era posta per il governo idraulico del territorio.

Il fiume in particolare è fonte di energia e di vita, nel caso del Canale di Brenta è per eccellenza l'asse dell'economia produttiva e dei trasporti. L'intero territorio "dalla sommità dei monti fin dove il sasso rotola in Brenta "vive in stretta unione e in equilibrio dinamico con il suo fiume.

Questo particolare "edifizio" avrà vita breve, nel 1812, di proprietà dell'erede Venzo Andrea quondam Antonio, compare già come "casa diroccata" e non più come entità produttiva, travolto non solo dalle piene del fiume ma anche dagli eventi politici, sociali ed economici che sconvolgeranno gli anni tra 1700 e 1800

MAPPE – RILIEVI

Archivio di Stato di Venezia, Beni Inculti.

ARCHIVI

Archivio di Stato di Venezia, Beni Inculti.

Archivio di Stato di Venezia, Catasto napoleonico, Campese.

Archivio di Stato di Bassano, Catasto stabile austriaco, Campese.

Archivio privato Chemin, campese di Bassano, Cartella Archeologia industriale.

 

2.3 – Comune di Valstagna, Oliero, Grotte di Oliero.

Cartiera Parolini e area degli antichi opifici.

LUOGO. Comune di Valstagna, Grotte di Oliero.

OGGETTO. Cartiera Parolini.

CATASTO.

CRONOLOGIA. Fine XVII sec.

DESTINAZIONE ORIGINARIA. Cartiera.

USO ATTUALE. Museo, ingresso al parco delle Grotte, punto di ristoro con servizio di bar, sala per conferenze o esposizioni.

 

CARATTERI COSTRUTTIVI – TIPOLOGIA EDILIZIA

PIANTA. Rettangolare

COPERTURE. Tetto a due falde con copertura in laterizio.

VOLTE O SOLAI.. restaurati

SCALE. Scale esterne per raggiungere il piano superiore (ex essicatoio, ora grande sala) e il seminterrato sede del museo.

TECNICHE MURARIE. Muratura in pietra e in laterizio.

PAVIMENTI. Nel seminterrato emergono tratti dell’antica pavimentazione in lastre di pietra, al piano terra e al primo piano i pavimenti sono totalmente rifatti.

DECORAZIONI ESTERNE. Lapide sulla parete Nord.

STRUTTURE SOTTERRANEE. Nel seminterrato sono emersi resti delle antiche installazioni.

DESCRIZIONE.

L’edificio sorge sulla riva sinistra dell’Oliero ed è ancora affiancato dalla roggia che animava le ruote idrauliche dell’opificio. Il piano superiore è caratterizzato dalle grandi finestre dell’essicatoio. Una corte ricavata tra l’edificio e la costa del monte permette l’ingresso al parco delle grotte.

VICENDE COSTRUTTIVE E NOTIZIE STORICO-CRITICHE

Di installazioni sull’Oliero abbiamo notizia fin dal secolo XIV. Il 12 febbraio 1391 il priore Lupo, del Monastero di Campese, investe i Benoli (poi Campesan) delle ruote idrauliche sull’Oliero (A.S.Milano, C.R.S., B 492,cc. 113 – 124, Atto Not. Ferrario della torre di Bassano, 12 febbraio 1391).

1691 Un mulino da grano a tre ruote e trasformato in cartiera; il proprietario è Andrea Cappello (Archivio di Stato di venezia, Beni Inculti Vicenza 278/82.A/6)

1732 la cartiera Cappello ha 4 ruote e due tini (Archivio Parrocchiale di Oliero,Libro segnato D, 25 agosto 1732. )

1738 Gio.Antonio Remondini prende in affitto la cartiera Cappello sull’Oliero. (Zellini l.L’arte della stampa a Bassano, manoscritto del 1892-1893, Museo, Biblioteca, Archivio di Bassano del Grappa)

1767-1768 i Remondini abbandonano la cartiera Cappello; ne entrano in possesso i Parolini.

Il Brentari, nel 1885, dà notizia di due cartiere. "Quella sulla sinistra dell’Oliero era del conte Cappello, il quale dopo la metà dello scorso secolo la vendette a Francesco Parolini, padre di Alberto. In essa si fabbrica ora eccellente carta a mano, assai in uso per registri ed uffici, come pure carte colorate. Il giorno 19 marzo 1878 essa venne, insieme con la annessa villa Parolini-Agostinelli, distrutta da un incendio di cui si ignora la causa; ed in poche ore restarono abbruciati mobili, depositi, macchine, l’erbario contenente la flora d’Oliero, e molti ricordi preziosi. In tre mesi villa e fabbrica furono rinnovate, e questa anzi sorse più bella ed utile di prima, perché arricchita di macchine più moderne e perfette." (BrentariGuida Storico-alpina di Bassano, Sette comuni, Canale di Brenta, Marostica, Possagno,Bassano 1885, pp. 98-99.)

1928 nuovo ponte in cemento armato. Diga . Canale di derivazione per la centrale idroelettrica di Campolongo costruita dalle Cartiere Burgo.

MAPPE – RILIEVI.

Archivio di Stato di Venezia, Beni Inculti Vicenza 278/82.A/6.

Archivio di Stato di Bassano, Catasto stabile austriaco, Oliero.

 

ARCHIVI.

Archivio di Stato di Venezia,

Senato terra, f. 1633.

V Savi alla mercanzia, I serie, buste 458,575,453.

Inquisitorato alle Arti, b. 23, elenco cartiere venete.

Governo, sezione politica, 1818,b.38,fas. I.

Archivio di Stato di Bassano, Catasto stabile austriaco, Oliero.

A.S.Milano, Corporazioni Religiose Soppresse.

Archivio Parrocchiale di Oliero.

Museo Archivio Biblioteca di Bassano del Grappa, Fondo Remondini.

Archivio privato A. Chemin (Campese di Bassano), Cartella archeologia Industriale, Carta e Cartiere.

 

 

 

AREA SULLA DESTRA DELL’OLIERO

–" La seconda fabbrica è sulla destra dell’Oliero; ed anche in essa si fa carta a mano. Era del Nob. Alvise Tiepolo, da cui la avevano in affitto i Remondini di Bassano, che nel 1766 la comperarono. Nel 1861, quando quella celebre tipografia venne chiusa, fu comprata dal Randi di Padova." (BrentariGuida Storico-alpina di Bassano, Sette comuni, Canale di Brenta, Marostica, Possagno,Bassano 1885, pp. 98-99.)

Cartiera Tiepolo. Affittata ai Remondini nel 1735.Acquistata nel 1766. Venduta nel 1861 ai Randi di Padova.

Attualmente di queste installazioni ed edifici sulla riva destra dell’Oliero non rimane nulla se non la casa, profondamente rimaneggiata, sulla spianata del parcheggio.

 

RIFERIMENTI GENERALI

1790, De Lalande J.J., Voiage en Italie, VII, Gèneve 1790, p. 51.

1833, Vittorelli D.,Viaggio o guida da Bassano, Possagno ed Oliero, Bassano

1833.

1885, BrentariGuida Storico-alpina di Bassano, Sette comuni, Canale di Brenta, Marostica, Possagno, Bassano 1885, pp. 98-99

1893 Zellini l.L’arte della stampa a Bassano, manoscritto del 1892-1893, Museo, Biblioteca, Archivio di Bassano del Grappa

1966, Fedrigoni A. L’industria veneta della carta dalla seconda dominazione austriaca all’unità d’Italia, Torino 1966.

1980, Infelise M., I Remondini di Bassano. Stampa e industria nel Veneto del Settecento, Bassano 1980.

1981, Signori F.Valstagna e la destra del Brenta, Cittadella 1981,pp.304-307.

1998, Chemin A., Carta e cartiere nel veneto tra seicento e ottocento. Note su alcune testimonianze di antichi complessi produttivi nell’alto vicentino, in corso di pubblicazione (1997-1998)

IMPORTANZA

L’area riveste un’importanza naturalistica, storica e archeologica notevole. Fu uno dei luoghi frequentati nel 1800 dai naturalisti e uomini di cultura.

ATTENZIONI PARTICOLARI.

Tutta l’area è stata interessata da attività paleo industriali notevoli, conseguentemente ogni lavoro deve essere eseguito tenendo in considerazione questo fattore.

Le grotte e i luoghi adiacenti, sono da considerarsi un patrimonio naturalistico e archeologico da trattare con grande attenzione.

 

 

 

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