Itinerari in Valbrenta


BENVENUTI IN VALBRENTA

A due passi da Bassano, vicinissima ai grossi centri della pianura veneta, la valle del Brenta non è soltanto la più comoda via di transito verso il Trentino ed il nord Europa. E' anche possibilità di relax, di assaporare un attimo di tranquillità godendo delle numerose opportunità di svago che la gente ospitale ed il meraviglioso ambiente naturale della valle ci offrono: le manifestazioni agrituristiche e folcloristiche, tra le quali ricordiamo, famosissime, la processione in costume biblico a Pove, il palio delle Zattere a Valstagna ed il palio delle contrade a Romano; il fiume a tratti calmo, a tratti impetuoso, dove scivolano leggere le canoe e la cui pescosità accontenta i numerosi appassionati della lenza; la pace dei paesi allungati sulle rive, dove d'estate vengono a godersi il fresco gli accaldati abitanti della prospiciente pianura; le lunghe file dei terrazzi, un tempo coltivati a tabacco, che scandiscono con i loro muri a secco i ripidi pendii a ridosso delle alte pareti dolomitiche a strapiombo fino al ciglio degli altipiani.

Non a torto i bassanesi, ma anche padovani e veneziani qui attratti dalla facilità e velocità delle comunicazioni sia stradali che ferroviarie, considerano la valle del Brenta ed il Grappa la loro montagna di casa, una specie di grande parco suburbano attrezzato per i loro sports preferiti: oltre alla pesca e alla canoa, il ciclismo, l’escursionismo e l'alpinismo su roccia, il volo a vela con i deltaplani, lo sci da pista e da fondo escursionistico.

Ma anche chi ama assistere alle numerose manifestazioni organizzate dagli appassionati di questi sports particolari, o semplicemente godersi un attimo di pace e tranquillità, trova qui un'atmosfera ed un ambiente rilassanti. Una grossa attrazione turistica costituiscono infine le famosissime grotte di Oliero, dalla stupenda cavità tappezzata di stalattiti e colate calcaree, cui si accede in barca dopo essere passati sotto le ombrose piante del parco che le attornia.

La stessa natura qui elargisce a piene mani prodotti che l'opera dell'uomo ha poi ingentilito e messo a coltura; i marroni Doc, l'olio extravergine della zona collinare, il miele della vallata, le ciliegie e le amarene, i formaggi delle malghe montane, i funghi di bosco e coltivati, gli allevamenti di conigli e di trote.

L'anima artistica della gente si esprime poi in alcune forme di artigianato che affondano le proprie radici nell'antica storia economica e culturale della zona: la ceramica e le porcellane, i mobili d'arte, il ferro battuto, la lavorazione del marmo.

 

GLI ITINERARI TURISTICI

Le colline bassanesi

Dallo storico "ponte vecchio di Bassano", lungo la destra del Brenta incontriamo successivamente la villa Ca' Michiel, la pieve di Sant'Eusebio, il monastero di Santa Croce e la chiesetta di san Martino a Campese. Le colline di Bassano ci riservano poi amenissimi scorci d'ambiente tra le secolari piante di castagno, gli olivi ed i ciliegi.

Il Canal di Brenta

Partiti dalla bella conca di Solagna (lastra tombale di Ezzelino il monaco, romitorio e creste di San Giorgio), lungo la statale per Trento si transita per San Nazario e Carpanè (centrale Guarnieri: bell'esempio di architettura protoindustriale), in vista di ampie zone terrazzate, per giungere infine nell'anfiteatro dolomitico di Cismon, dominato da un'arditissima guglia rocciosa. Verso Primolano la valle si trasforma in un'angusta gola, fortificata fin dal tempo dei romani: ben visibile sulla roccia a picco il covolo Butistone ed i più recenti forte Tombion e Tagliata della Scala. Scendendo per la strada in destra Brenta, allungata sulla sponda del fiume ecco Valstagna con i suoi secenteschi palazzotti veneziani; notevole la "Cala' del Sasso", scalinata di 4444 gradini in pietra che congiunge la valle all'altopiano; numerose le gare di canoa nel periodo estivo: Ad Oliero, famosissime le grotte ed il parco del Parolini. Ultima tappa Campolongo, dove ancor oggi sopravvive la tradizionale coltivazione del tabacco.

La pedemontana del Grappa

Giungendo da Ca' 7 lungo la statale Cadorna, Romano ci accoglie con la stupenda villa Ca' Cornaro, circondata da un vastissimo parco. Notevole il colle di Dante, antica sede del castello ezzeliniano. Alle spalle del paese la valle di santa Felicita si interna rupestre nel massiccio del Grappa; al suo termine la palestra di roccia, una delle più frequentate del Veneto. Per la strada pedemontana in breve all'aprica conca di Pove, verdeggiante di olivi, sovrastata dalla mole del Cornon, anch'esso sito di fortezze ezzeliniane. Visita al museo dello scalpellino povese.

 

LE PASSEGGIATE

Le passeggiate che seguono sono state scelte per portarvi a visitare i luoghi più caratteristici della valle del Brenta, con itinerari assolutamente facili e fattibili con calma nel giro di un paio d'ore (al massimo 45 minuti di salita non impegnativa). Proprio per questo li consigliamo alle famiglie per una simpatica scampagnata o il picnic domenicale.

Cismon - La Gusella 
Ardito pinnacolo di roccia, la Gusella sovrasta il paese di Cismon, di cui Costituisce il simbolo. Dalla piazza del municipio, passando sotto un portico, la mulattiera selciata sale a raggiungere la sella che separa la Gusella dalla retrostante montagna, dove troviamo un caratteristico capitello ad arco.

Costa - L'antica strada sentiero.jpg (97723 byte)
Dal lungo brenta si sale per la scalinata che porta alla chiesa e si continua a sinistra per la viuzza che si inoltra tra le case. Il sentiero prosegue a mezza costa, fino a contrada Cavai, da dove si può ritornare per la strada normale.

Valstagna - Il Covolon
Da Valstagna si prosegue verso nord per un paio di chilometri fino allo sbocco della Valgadena (indicazione). Parcheggiare. Si prosegue a piedi lungo la strada, asfaltata nel primo tratto, poi bianca, e che infine si trasforma in sentiero, fino ad arrivare al Covolo, un grandioso antro di roccia utilizzato dagli speleologi per le loro esercitazioni. Volendo, si può continuare lungo il sentiero che continua sul fondovalle, al cospetto di imponenti pareti rocciose alte diverse centinaia di metri, nella speranza di scorgere l'aquila che vi nidifica.

Valstagna – I terrazzamenti 
Lasciata la macchina in paese, si prende la strada che si stacca a sinistra in ripida salita un centinaio di metri dopo la chiesa. Dopo altri cento metri, ancora a sinistra, qualche gradino in cemento porta a prendere il sentiero che sale in direzione della contrada abbandonata dei Mattietti. Al bivio, a destra. Magnifica la veduta dall'alto dei vari terrazzamenti e delle case aggrappate alla roccia. il sentiero prosegue in quota fino alla successiva valletta, per la quale si scende fino alla strada asfaltata che riporta alla partenza.

Valstagna - La Cala' del Sasso 
Parcheggiare al primo tornante della strada che da Valstagna porta a Foza. A piedi si prosegue per la stradina bianca di fondovalle fino all'inizio della Calà del Sasso, una mulattiera a scalini (4.444!) che in un'ora e mezza porta al ciglio dell'altopiano dei Sette Comuni. Sarà interessante percorrerne almeno il primo tratto, fino alla gola denominata "gli stretti".

Oliero - Il Parco delle Grotte 
Nel parco delle Grotte di Oliero si snoda un sentiero naturalistico autoguidato con tabelle illustranti i vari aspetti della natura e dell'ambiente della Valbrenta. Dopo alcuni tornanti, si incrocia un sentiero pianeggiante che si segue verso sinistra, per scendere infine lungo la mulattiera che riporta in piazza ad Oliero. Una volta conclusa la passeggiata, non mancate di visitare le Grotte di Oliero. Nella grotta Parolini si può entrare in barca a visitare il laghetto sotterraneo e, scesi all'imbarcadero interno, la sala della colata di alabastro, dominata da un'enorme cascata di stalattiti.

San Nazario - Pian Castel 
Parcheggiare in centro a San Nazario. A nord del paese, in corrispondenza di un incrocio sbocca, la Valduga. Se ne percorre il fondo lastricato fino ad un bivio. A destra, seguire il sentiero fino a Pian Castel: qualche casa su un piccolo pianoro di prati affacciato sulla Valle, anticamente sede di un "CastcHiere", avamposto di epoca romana.

Campolongo - Cappella degli Alpini
Lasciata l'auto in piazza a Campolongo, ci si inoltra tra le case a monte. All'inizio della strada che sale verso la montagna, un sentiero si stacca a destra salendo alla ben visibile cappella degli alpini. Il sentiero continua fino a raggiungere alcune case e, traversando con breve salita un bosco di castagni fino ad una casetta, prosegue verso sud a raggiungere la mulattiera principale, da cui in breve al paese.

Solagna - San Giorgio 
A Solagna seguire le indicazioni per San Giorgio. Parcheggiare sul piazzale allo sbocco della Val dei Ponti. La strada asfaltata prosegue ancora per qualche centinaio di metri e porta a prendere il sentierino che conduce al poggio panoramico dov'è situata la chiesetta di San Giorgio.

Pove - Il Sacello del Cornon 
Dalla chiesetta di San Pietro a Pove, via Cornon sale rapidamente fino al capitello di San Giuseppe. Qui comincia la bella mulattiera che porta al sacello della Madonna del Cornon. Al ritorno si prende il sentiero che, dal sacello, abbandonata la mulattiera, si dirige verso ovest, scendendo quindi a raggiungere contrada Albertoni, a due passi dal centro.

Romano - La Palestra di roccia 
Da Romano alto si prende la statale del Grappa fino ad un capitello, da cui si stacca, sulla destra, la strada che porta in Valle Santa Felicita. Parcheggiare sulla spianata vicino al ristorante "Dalla Mena". La stradina si inoltra nel fondovalle fino alla palestra di roccia, molto frequentata dagli alpinisti per i loro allenamenti. Si può proseguire fino al termine della valle, dove lo "Scalon" dà inizio al sentiero che porta a Campo Croce.

Bassano - Romitorio di San Bovo 
Dall'antica pieve di S. Eusebio, seguendo le indicazioni per il ristorante Castellaro, una stradina e poi un sentiero contornano la collina di Privà. Giunti sulla strada asfaltata, la si attraversa e si prosegue per un sentiero fino al romitorio di San Bovo, affacciato sulla Valbrenta. Ritornati alla strada, per questa si prosegue fino al borgo di Privà, da cui un sentiero selciato riporta al punto di partenza.

Bassano - La Valle del Silàn 
Dalla pizzeria di San Michele ci si inoltra lungo la valle. Al termine della contrada si costeggia il torrente; poco dopo ha inizio una bella mulattiera lastricata. Al primo tornante una breve deviazione porta al cospetto delle cascate del Silàn, che scendono spumeggianti all'interno di un'ombrosa forra. La mulattiera sbocca infine su una stradina sterrata; percorrendola verso sinistra si giunge in breve a Valrovina; andando invece a destra, dopo aver attraversato, poco oltre, la strada che porta da Bassano a Valrovina, si può prendere la stradina che porta a Privà, bel punto panoramico sulla pianura.  

 

IL SENTIERO DEL BRENTA

sentiero del BrentaDal ponte vecchio di Bassano (lato sponda sinistra), si costeggia il Brenta verso nord. Risalendo per vicolo Margnan, si giunge alla strada che, sempre verso nord, passa davanti il convento dei Cappuccini e Ca’ Erizzo. Dalla Centrale idroelettrica, il percorso diventa sentiero e raggiunge Solagna. Abbandonando la sponda del Brenta, attraversa le pittoresche contrade solagnesi fino a scendere, in loc. Cavallini, sulla vecchia statale. La si percorre verso nord per un breve tratto, fino ad un sentiero che scendendo verso sinistra, attraverso due sottopassi raggiunge nuovamente la sponda del Brenta. Si torna verso sud fino alla diga di Campolongo, la si attraversa, e si riprende, poco oltre la diga, il sentiero lungo la riva. Al termine della spiaggia di Campolongo si risale al parco giochi e quindi alla provinciale, che si percorre per breve tratto fino al ponte sul canale Burgo. Si ridiscende alla riva che si costeggia lungamente fino a Tovi. Una casa sulla riva obbliga, per il momento, a risalire sulla provinciale per riprendere il sentiero subito dopo di essa. Si arriva così alla chiesa di Oliero, dietro alla quale il sentiero prosegue fino al parcheggio delle Grotte di Oliero. Si attraversa il ponte e si ridiscende alla riva, che si percorre fino a Valstagna. Con il treno, dalla stazione di Carpanè, si ritorna poi a Bassano.

Varianti:

1. da Bassano a Solagna è possibile percorrere anche la sponda destra. Dal ponte vecchio (lato Angarano / ovest) ci si inoltra verso nord tenendosi lungo la sponda del Brenta. Alcuni tratti (in via di sistemazione) si svolgono ancora su sentiero sconnesso. Oltrepassato Campese, attraversando il ponte-canale si arriva a Solagna, ricollegandosi così all’itinerario principale.

2. Dopo i sottopassi dei Cavallini si può girare a destra a prendere il ponte. Alla fine di esso, scendere subito a destra fino alla sponda del Brenta, dove si riprende l’itinerario principale.

 

LE ESCURSIONI

La Valle del Brenta, per il suo ambiente dirupato e selvaggio, è il terreno ideale per escursioni avvincenti e non difficili. 
Tra le numerose possibili, suggeriamo tre percorsi ad anello che possono dare una visione d'assieme della zona nei suoi aspetti di maggiore interesse.

  • Valstagna (sent. 778: Calà del Sasso) Sasso (sent. 800) Col d'Astiago Malga Pozzette (sent. 773) Oliero di sopra
  • San Nazario (sent. 38) Col Fenilon Col Moschin (sent. 36) San Nazario
  • Cismon (sent. 13) Forcelletto (sent. 10) Cismon

 

L’ANELLO DELLA VALBRENTA 

Attraverso le zone più suggestive della Valbrenta e dei monti che la circondano si svolge un itinerario escursionistico che in cinque tappe percorre circa settanta chilometri di sentieri e mulattiere.

I punti tappa sono numerosi e permettono di variare a piacimento la percorrenza giornaliera. Molti sono i paesi toccati in cui è possibile approvvigionarsi di viveri: non servono pertanto scorte di cibo e tendina, gli zaini sono più leggeri ed è possibile entrare in contatto più diretto con la vita quotidiana dei valligiani.

La linea ferroviaria Venezia - Trento e le autolinee F.T.V. consentono un veloce spostamento, in caso di necessità, da una località all'altra della valle.

L'itinerario che di seguito proponiamo è interamente segnato con il simbolo internazionale bianco - rosso e facilmente percorribile da aprile ad autunno inoltrato
 

Prima tappa: Cismon - Enego - Costa 
Dislivello m. 640 - ore 5.30

Dalla stazione ferroviaria di Cismon del Grappa ci si dirige verso Sud. Appena oltrepassato l'albergo "Alla Posta", una stradina porta fino alla passerella sul Brenta. Al termine di questa si prende a destra fino alla pizzeria "Cornale". Da qui si inizia il sentiero della Piovega (n. 791) che conduce in un paio d'ore ad Enego. L'antica mulattiera costituiva un tempo il più importante accesso alla Valle di questo paese, facente parte dei Sette Comuni dell'Altopiano. Si prosegue per i piccoli borghi di Val di fabbro e Coste fino a giungere a Valgoda, ultima frazione servita dalla strada; per un breve tratto questa si affaccia all'orlo della parete incombente su Cismon, 600 metri più in basso. Da Valgoda si scende verso valle per il primo tratto del sentiero n. 789 quindi, ad un bivio, si prosegue per il n. 787 costeggiando lungamente il fianco della valle. Si scende infine a Costa San Marino dove si può pernottare alla locanda all'Impero (tel. 0424/92245) o alla pizzeria "Tre volti" (tel. 0424/92119).

 

Seconda tappa: Costa - Valstagna 
Dislivello m. 334 - ore 3.30

Lunga e suggestiva attraversata per la zona dei terrazzamenti. Dalla chiesa di Costa si prende la mulattiera che, a poca distanza dalla strada comunale, fiancheggia la Valle incontrando diverse contrade ora abbandonate. incrociata la strada asfaltata a contrada "Cavài", la si segue fino a Giara Modòn. Tra le case di quest’ultima il sentiero si inerpica portando in quota nella zona dei terrazzamenti più alti. Da qui in avanti si prosegue in un continuo saliscendi toccando vecchie case abbandonate, con scorci impressionanti sulla Valle sottostante. Il sentiero ha come simbolo indicativo un triangolo rosso con un punto bianco all’interno. 

 

Terza tappa: Valstagna - Oliero - Solagna 
Dislivello m. 432 - ore 4.00

Da Valstagna, saliti per la contrada Torre, si prende la provinciale per Foza fino al primo tornante, dove si prosegue per il fondo valle della Val Stagna. Al fondo inizia la famosa Cala' del Sasso, che si segue per il primo tratto (sent. n. 778), deviando quindi a sinistra. Il sentiero attraversa lungamente il franco della Valle incontrando numerose borgate abbandonate. Elevato anche I'interesse naturalistico della zona, sia floristico che zoologico, culminante ad Oliero con la visita alle Grotte. Da questa località si prosegue per breve tratto fino al posto tappa di Contarini (locanda Da Zortea tel.0424/558164) oppure fino a Solagna (Albergo Cavallini tel. 0424/558005).

 

Quarta tappa: Solagna - Finestron 
Dislivello m. 1176 - ore 5.00

Da Solagna la mulattiera segnata col n. 48 porta in un paio d'ore a Campo Solagna (m. 1014) magnifico belvedere sulla Valle sottostante. Da qui inizia il sentiero di cresta n. 40, che percorre tutta la dorsale dei Colli Alti (Col del Gallo, Col Raniero, Col del Fagheron, Col del Fenilon, Col d'Anna e Col Caprile) fino alla località Finestron, così chiamata per l'impressionante veduta "a picco" sul paese di Cismon. Il pernottamento è possibile alla vicina locanda "Al Lepre" (tel. 0424/559047); eventuali punti tappa intermedi all'Albergo Miravalle a Campo Solagna (tel. 0424/556000) o all'Albergo San Giovanni al Col Fagheron (tel.556008). Durante il percorso si incontrano numerose malghe presso le quali è possibile far provviste di formaggio ed anche un piccolo spuntino.

 

Quinta tappa: Finestron - Cima Grappa - Cismon
Dislivello, m. 525 - ore 5.00 

La tappa percorre la dorsale degli Asoloni fino a Cima Grappa (sent. n. 20) per poi scendere per una vecchia strada militare fino al Forcelletto (sent. n. 10). Si raggiunge quindi malga Fiabernù aggirando sulla sinistra il Col di Buratto per uno stradello forestale per poi proseguire lungo il crinale di Coi dei Prai fino alla località La Rotonda, da dove il sentiero scende fino al fondo della Val Goccia. Aggirata per una caratteristica mulattiera lastricata la Gusella di Cismon, un ardito pinnacolo di roccia sorgente proprio in mezzo alla valle, si raggiunge in breve Cismon. Qui, come per la prima tappa, si può pernottare alla locanda "Alla Posta" (tel. 0424/92122), da Ferronato (tel.0424/92121) o al Forte Tombion (tel. 0424/92130), Eventuale posto tappa intermedio al Rifugio Scarpon, poco sotto Cima Grappa (tel. 0424/559060). 

 

PEDALANDO SULLE SPONDE DEL BRENTA

Dalla stazione di Bassano, dopo una visita al centro storico, si attraversa il Brenta sul famosissimo ponte in legno dedicato agli alpini. Poco oltre ha inizio la strada "Campesana", sulla quale si snoda il nostro itinerario. Tra le rilevanze storiche e monumentali che si possono notare lungo il percorso, segnaliamo la villa palladiana dei conti Bianchi Michiel a S. Eusebio, il monastero di Santa Croce a Campese, con la tomba del poeta maccheronico Teofilo Folengo, e le chiese dei vari paesi, che contengono opere pregevoli del Da Ponte. Ma è l'ambiente naturale ed il paesaggio che costituiscono il motivo di principale interesse dell'itinerario. Innanzitutto il fiume Brenta, che con la sua fresca corrente mitiga il clima; a Valstagna si possono seguire le evoluzioni delle canoe, che qui si affrontano in numerose gare, anche di livello internazionale. Le grotte di Oliero, la cui visita, passando attraverso l'ampio parco, ci condurrà in barca su di un ampio lago sotterraneo ad ammirare le stalattiti pendenti dalla volta della caverna. I terrazzamenti, mastodontiche gradinate di pietre a secco che sostengono i campi un tempo coltivati a tabacco, su cui le contrade sembrano il fondale di un immenso presepio. Le alte pareti rocciose dei monti che chiudono ai lati la valle, dando la sensazione di trovarci in un grande canyon. Dopo aver attraversato gli abitati di Campese, Campolongo, Oliero, Valstagna e Costa, poco dopo Collicello una passerella ciclabile ci permette di riattraversare il Brenta per raggiungere la stazione di Cismon. Chi volesse abbreviare l'itinerario potrà raggiungere, attraverso i vari ponti sul Brenta, la stazione di Solagna da Campese, di Carpanè da Valstagna, di San Marino da Costa. L'itinerario proposto ha una lunghezza di Km. 21. Essendo pressoché pianeggiante, è adatto a tutti.

 

I MUSEI

I musei del tabacco e del recuperante

Nella seconda metà dei seicento iniziava in Valbrenta la coltivazione di una pianta esotica che doveva rivoluzionare nel giro di pochi anni l'economia e l'aspetto stesso della valle: il tabacco. 
Il privilegio della coltivazione concesso dalla Serenissima fece sì che i nostri coltivatori, esauriti i pochi campi pianeggianti dei fondovalle, iniziarono a sistemare a gradoni i pendii dei monti circostanti, realizzando quelle mirabili opere di fatica e di ingegnosità che sono i terrazzamenti. 
Di pari passo con l'estendersi della coltivazione andò pure l'affinamento delle caratteristiche del tabacco locale che diventò a poco a poco una varietà ben distinta, il "nostrano del Brenta", selezionata dal particolare ambiente della valle.
Sotto il Regno d'Italia, l'eccessiva fiscalità ed il basso prezzo pagato dal monopolio finirono per far esplodere il fenomeno dei contrabbando: mille stratagemmi furono allora inventati per sottrarre piante e foglie ai vari controlli, mentre una caccia senza tregua tra finanzieri e contrabbandieri si svolgeva sui costoni delle montagne. 
Per ricordare tutte le fatiche, i sacrifici, le speranze e, sovente, la disperazione della gente della Valbrenta nel coltivare questa pianta, fonte quasi unica di sostentamento e di vita nella nostra zona, la Comunità montana dei Brenta ha allestito il "Museo dei tabacco". 
Nel museo hanno trovato collocazione i vari attrezzi utilizzati per la coltivazione ed è stato ricostruito un tipico ambiente per la "cura" e la lavorazione. La mostra "il tabacco in Valbrenta: storia e coltivazione" presenta una serie di manifesti e lettere documentanti la particolare attenzione che i governi coi tempo succedutisi dedicarono questa coltura "strategica"; a questa sezione seguono gli acquerelli dei pittore valstagnese Ettore Lazzarotto, che non solo illustrano, ma ricostruiscono con fedeltà storica le varie fasi della coltivazione dei tabacco come venivano effettuate nella nostra Valle.

Il museo del recuperante, allestito grazie all'acquisizione della collezione di armi, granate e buffetteria militare di un vecchio recuperante, racconta l'epopea dei disperati che, per sopravvivere, a rischio della vita, raccoglievano i pregiati metalli rimasti sui campi di battaglia delle nostre montagne.

Il centro museale, che si trova a Carpanè di San Nazario nei pressi della sede della Comunità montana dei Brenta, è aperto per la visita la domenica dalle 15 alle 18. Per gruppi organizzati e scolaresche su appuntamento. L'entrata è gratuita. 

Ulteriori notizie... 


Il museo dello scalpellino a Pove 

La figura dello scalpellino è emblematica di tutto un mondo ormai passato, ma ancora vivo nella memoria dei povesi più anziani. Era un mondo fatto di dura necessità e di fatica e tuttavia ricco di passione, di abilità e di creatività.

Nel 1985 l'amministrazione comunale di Pove ha voluto raccogliere per le nuove generazioni le memorie di questo mondo artigianale, istituendo il Museo dello Scalpellino, intitolato allo scultore povese Antonio Bosa.

Nella civica raccolta, a cui hanno contribuito le generose donazioni di privati cittadini, appaiono foto d'epoca che illustrano figure di scalpellini e di cavadori colti sul lavoro a Pove o all'estero, oppure in posa accanto a monumenti da loro costruiti o restaurati; altre foto ci mostrano interni di laboratorio e maestranze di ditte povesi. Sono inoltre esposti vari arnesi del mestiere: scalpelli e martelli, "ponciotti", bocciarde, punte, trapani, squadre, compassi, un "violino" per forare il marmo, aste graduate, seghe; ramponi per camminare sul ghiaccio, catene usate nel trasporto dei blocchi di marmo, un modellino di slitta. Si possono anche ammirare disegni progettuali di altari e di documenti vari, esempi di ornati, qualche modello in gesso, alcune sculture di autori dei nostri giorni.  

Sede: Biblioteca Civica, via Marconi - Pove
Tel.0424/80659 - fax (c/o Municipio) 809088
Orario: lunedi e venerdì 14,30 - 18,30; mercoledi 15.00 - 19.00
Ingresso libero.

 

Il museo di speleologia e carsismo a Oliero

Il Museo ha sede su una parte dei locali restaurati della ex cartiera Burgo, prima Cartiera Remondini, all'ingresso del parco delle Grotte di Oliero. Un luogo suggestivo sia per la sua storia che per il verde e rigoglioso parco che lo circonda, in parte creato dall'illustre naturalista bassanese Alberto Parolini nella prima metà del 1800, tra l'altro primo esploratore delle Grotte di Oliero. 
Da decine di anni i gruppi speleologici della nostra regione, lavorando nelle aree montane e collinari; hanno esplorato, studiato e censito centinaia di grotte, contribuendo così alla conoscenza del nostro territorio. Il museo di Oliero rappresenta quindi un approdo nel quale sono state convogliate tutte le conoscenze acquisite in tutti questi anni di ricerca speleologica.
In un percorso esplorativo le mostre e i plastici guidano il visitatore alla scoperta dell'affascinante mondo sotterraneo e dei suoi misteri.
Diorami di grotte e plastici interattivi costituiscono l'aspetto più suggestivo. E poi, in un susseguo di immagini, testi colori e altre piccole rappresentazioni tridimensionali, trovano posto nel Museo esposizioni dedicate alla geologia della nostra regione e al carsismo. Una mostra permanente relativa al complesso delle grotte sorgenti dall'Oliero introduce il visitatore ad uno dei più importanti sistemi carsici d'Italia e alla speleologia subacquea.
L'esposizione dedicata all'archeologia e usi antropici delle cavità dal paleolitico ad oggi illustra alcuni dei più caratteristici siti rinvenuti e studiati nella nostra regione.

Ed infine i rilievi, le informazioni speleo-scientifiche di alcune tra le più importanti grotte del Veneto, un'esposizione sull'attrezzatura e le tecniche esplorative della speleologia dal suo nascere ad oggi suscitano la curiosità di chiunque voglia conoscere il patrimonio di grotte della nostra regione ed avvicinarsi al mondo di questa disciplina e scienza che spesso è avvolto da misconoscenze.

Il materiale esposto si articola su varie mostre didattiche ed espositive, con plastici e collezioni naturalistiche. Si va dalla speleologia alla biospeleologia, dalle grotte di Oliero alla storia delle esplorazioni dei Cogol deí Veci e Cogol deí Siori, dal rapporto tra carsismo e idrologia all'inquinamento nel mondo ipogeo, al catasto delle grotte nel Veneto ed alle tecniche esplorative. 
Piante, didascalie, stampe e fotografie illustrano il Covolo di Butistone, una grotta fortificata all'ingresso della Valbrenta. 
Ricca la collezione di conchiglie di molluschi marini, di terra e di acqua dolce del Veneto, dono dello zoologo austriaco Heimut Nisters. Inoltre, fossili che vanno dal Paleozoico al Quaternario e concrezioni e cristalli di calcite e quarzo. Per gli studiosi una ricca biblioteca informa sulla speleologia, il carsismo e i fossili. 

Apertura:

  • Aprile, maggio, ottobre e novembre: tutte le domeniche dalle 14.30 alle 19.00
  • Giugno, luglio e settembre: domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.30
  • Agosto: tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 19.00

Per informazioni telefonare a 0423/567932 - 0424/99564 oppure 0424/92211 - fax 0424/99106
Il museo organizza visite guidate per gruppi scolastici nei giorni feriali previo appuntamento.  

 

Il museo etnografico del Canal di Brenta

Chi si trovi a passare per il Canal di Brenta rimane colpito soprattutto da due elementi che connotano fortemente il paesaggio: il fiume Brenta, sulle cui acque spesso volteggiano agili canoe, e le montagne, trasformate da un lavoro immane degli uomini in terrazzamenti (masiére) per la coltivazione del tabacco. 
Acqua e legname, pietre e tabacco hanno segnato con la loro presenza i ritmi di lavoro e l'esistenza quotidiana delle popolazioni locali per diversi secoli. 
Il Museo del Canal di Brenta presenta il risultato di un lungo lavoro di ricerca di carattere storico, geografico ma soprattutto antropologico realizzato nel comune di Valstagna e in quelli limitrofi. 
Il Museo è suddiviso in due sezioni espositive. La prima sezione è dedicata al fiume Brenta, importante arteria di comunicazione con la pianura veneta, sulle cui acque transitavano annualmente migliaia di tronchi. Il Brenta ha giocato un ruolo importantissimo nella vita quotidiana delle popolazioni rivierasche: fonte di alimentazione per l'abbondanza dei pesce che vi si pescava, luogo per lavare i panni, per raccogliere sassi da costruzione e legna da ardere durante le piene, teatro di divertimenti, ma anche di eventi tragici, per le alluvioni che hanno spesso sconvolto il paesaggio distruggendo ponti, argini e case. 
Oggi il ruolo dei fiume è cambiato, ma il legame tra il fiume e la comunità rimane forte: la pesca continua ad essere una passione diffusa e il turismo sportivo porta ogni anno guizzanti canoe tra i suoi flutti, che hanno visto nascere alcuni campioni olimpionici e mondiali. 
La seconda sezione espositiva comprende due percorsi: il primo parte da un'illustrazione sintetica dell'uso delle risorse silvo-pastorali e si organizza intorno al tema della coltura intensiva del tabacco, introdotto nella zona nel secolo XVII, e al sistema di relazioni di carattere economico e sociale che ne derivano. Il crollo della coltivazione dei tabacco nel secondo dopoguerra, causato dalla concorrenza dei prodotti di pianura e di importazione, la difficoltà della meccanizzazione delle colture e l'infuriare della Peronospora, favorì l'intensificarsi dell'emigrazione e il conseguente abbandono dei terrazzamenti coltivati, con forti ripercussioni ambientali e sociali.
Il secondo percorso documenta le modalità di trasformazione radicale dei versanti dovuta allo sviluppo della coltura intensiva dei tabacco. La necessità di ricavare terra per le coltivazioni spinse la popolazione a scolpire i fianchi delle montagne fin quasi sulla sommità per ricavarne superfici terrazzate, determinando importanti mutamenti a livello paesaggistico ed insediativo. 
Una fornita biblioteca si sviluppa in quattro saloni adiacenti alla prima sezione espositiva del museo. Raccoglie una documentazione bibliografica organica e una collezione fotografica di interesse locale. Studiosi e ricercatori possono usufruire di aule studio con postazioni informatiche. 
Il museo si trova a Valstagna nella sede di Palazzo Perli.

ORARI APERTURA: tutti i pomeriggi (escluso il lunedì) dal 1/06 fino ai 30/09 16.00 -18.00. lnfo: Museo Canal di Brenta (Tel. 0424.99891).

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